17. Aprile. Sabato Santo. 1824.
[4069,2] Non molto addietro ho notato in questi pensieri
{+
p. 4062. segg.} la
maggior disposizione naturale alla felicità che hanno i popoli di clima {assai} caldo e gli orientali, rispetto agli altri.
Notisi ora che in verità questi erano i climi destinati dalla natura alla specie
umana, come si dimostra quanto all'oriente, dalle antiche
tradizioni che provano l'origine del genere umano essere stata in quei paesi,
secondo il detto da me altrove in più luoghi pp. 3643. sgg.
p. 4048, e quanto ai climi assai caldi in generale, dall'essere essi
i soli in cui l'uomo possa viver nudo, come la natura lo ha posto, e senza altri
soccorsi contro gli elementi, di cui la natura l'ha lasciato sfornitissimo, e
che in altri paesi gli sono di prima necessità e non pochi nè facili a
procacciare, nè insegnati dalla natura, ma bisognosi di molte esperienze, {casi ec.} La costruzione {ec.}
degli altri animali qualunque, e delle piante, ci fa conoscere chiaramente la
natura de' paesi, de' luoghi, dell'elemento {ec.} in
cui la natura lo ha destinato a vivere, perchè se in diverso clima, luogo, ec.
quella costruzione, quella parte, membro ec. e la forma di esso ec. non gli
serve, gli è incomoda ec. non si dubita punto che esso naturalmente non è
destinato a vivervi, anzi è destinato a non vivervi. Ora perchè simili argomenti
saranno invalidi
4070 nell'uomo solo? quasi ei non
fosse un figlio della natura, come ogni altra cosa {creata,} ma di se stesso, come Dio. (17. Aprile. Sabato Santo.
1824.).