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Bologna. 1825. 10. Ottobre.

[4144,3]  Si sa quanto poco fossero considerate le donne presso i Greci e i Romani, e come il servirle e trattarle quasi superiori agli uomini, come si fa oggi, non avesse origine, secondo il Thomas (Essai sur les femmes), se non {nei tempi cavallereschi} dai costumi dei settentrionali conquistatori di europa, i quali avevano un'antica loro superstizione che riguardava le donne come tante deità. Nondimeno pare che a tempo degl'Imperatori romani la condizione delle donne fosse già molto simile alla presente. Lascio le odi di Orazio e i libri di Ovidio, Tibullo, Properzio ec. Epitteto Enchirid. cap. 62. Aἱ γυναῖκες εὐϑὺς ἀπὸ τεσσαρεσκαίδεκα ἐτῶν ὑπὸ τῶν ἀνδρῶν κυρίαι καλοῦνται. τοιγαροῦν ὁρῶσαι ὅτι ἄλλο μὲν οὐδὲν αὐταῖς πρόσεστι, μόνον δὲ συγκοιμᾶσϑαι τοῖς ἀνδράσιν, ἄρχονται καλλωπίζεσϑαι καὶ ἐν τούτῳ πάσας ἔχειν τὰς ἐλπίδας. * Dove trovo nelle note: V. Serv. ad. Virg. Æn. 6. 397. Suet. in Claud. c. 39. * (Bologna. 1825. 10. Ottobre.). {{V. p. 4246.}}