Bolog. 17. Ott. 1826.
[4222,1]
Alla p. 4217.
Lo stesso Demetrio ha nondimeno una bella osservazione
sect. 197.
᾽Eναγώνιος
*
(apta
contentionibus. Gale.). μὲν οὖν ἴσως μᾶλλον ἡ διαλελυμένη
λέξις
*
(la dicitura senza congiunzioni, σύνδεσμοι): ἡ δ᾽ αὐτὴ καὶ ὑποκριτικὴ
*
(histrionica. Gale.) καλεῖται. κινεῖ γὰρ ὑπόκρισιν ἡ
λύσις∙ γραϕικὴ
*
(idonea scriptonibus. Gale) δὲ λέξις ἡ εὐανάγνωστος∙
*
(quę facile
legi potest.) αὕτη
δέ[δ᾽]
ἐστιν[ἐστὶν] ἡ συνηρτημένη καὶ οἷον
ἠσϕαλισμένη
*
(connexa et tanquam munita) τoῖς συνδέσμοις. διά τοῦτο δὲ καὶ Mένανδρον
ὑπoκρίνονται
*
(in Menandro actorum opera utuntur), λελυμένον ἐν τoῖς πλείστοις. Φιλήμονα δὲ
ἀναγινώσκoυσιν.
*
Veramente ci sono alcuni scrittori, libri,
o passi, che leggendoli, massime ad alta voce, pare che chiamino il gesto, e ci
vuol tutta la forza dell'assuefazione e delle regole di civiltà francese per
astenersene. E questi tali passi sono appunto, almeno
4223 il più delle volte, o forse sempre slegati. Ma però la causa del
detto effetto non è mica la slegatura, ma quella che lo stesso Demetrio
accenna più sotto, cioè la passione. Perocchè alle riferite parole egli
immediatamente soggiunge, sect. 198.
῞Οτι δὲ ὑποψριτικὸν
*
(accommodata actori res) ἡ
λύσις, παράδειγμα ἐγκείσϑω τόδε
*
. E qui recato un esempio che fa
poco o nulla al caso (ἐδεξάμην, ἔτικτον, ἐκτρέφω ϕίλε), come sono quasi
tutti gli esempi di cui Demetrio si serve (talora ei n'adopra un medesimo per due {osservazioni, casi o precetti} contrarii), ripiglia:
οὕτως γὰρ λελυμένον
ἀναγκάσει καὶ τòν μὲν[μὴ] ϑέλοντα,
ὑποκρίνεσϑαι
*
(actu adiuvare), διὰ τὴν λύσιν. εἰ δὲ συνδήσας εἴποις, Ἐδεξάμην καὶ ἔτικτον καὶ ἐκτρέϕω, πολλὴν
ἀπάϑειαν
*
(vacuitatem ab actione) τοῖς συνδέσμοις
*
(insieme colle
congiunzioni) συμβαλεῖς. πᾶν δὲ
τò ἀπαϑὲς, ἀνυπóκριτον
*
(remotum ab actione).
[4223,1] Ora, benchè il nostro rettorico abbia appena
osservata e accennata di scorcio la vera causa, non si può negare che questa non
sia una bella osservazioncella. E questa è forse quanto di buono o di notabile
v'ha nel suo libro. (Bolog. 17. Ott.
1826.). {{v. p.
4224.}}