Recanati. 14. Dic. 1826.
[4232,1]
Fare
e dire ciò che lor occorre, così, senza
pensarvi.
*
Castiglione
Cortegiano lib. 2. ed. Ven. 1541. carta 69.
ed. Ven.
1565. p. 164.
[4232,2]
Reperito
as. V. Forcellini.
[4232,3]
Cielo detto di camere, di carrozze ec. - Così in greco
οὐρανός, οὐρανίσκoς per volta ec. V.
Casaubon.
ad Athenae. l. 5. c. 6. l. 4 c.
5.
{{Aristot. l'usa per palato. Scapula.}}
[4233,1]
4233 Il tempo non è una cosa. Esso è uno accidente
delle cose, e indipendentemente dalla esistenza delle cose è nulla; è uno
accidente di questa esistenza; o piuttosto è una nostra idea, una parola. La
durazione delle cose che sono, è il tempo: come 7200 battute di un pendolo da
oriuolo sono un'ora; la quale ora però è un parto della nostra mente, e non
esiste, nè da se medesima, nè nel tempo, come membro di esso, non più di quel
che ella esistesse prima dell'invenzione dell'oriuolo. In somma l'esser del
tempo non è altro che un modo, un lato, per dir così, del considerar che noi
facciamo la esistenza delle cose che sono, o che possono o si suppongono poter
essere. Medesimamente dello spazio. Il nulla non impedisce che una cosa che è,
sia, stia, dimori. Dove nulla è, quivi niuno impedimento è che una cosa non vi
stia o non vi venga. Però il nulla è necessariamente luogo. È dunque una
proprietà del nulla l'esser luogo: proprietà negativa, giacchè anche l'esser di
luogo è negativo puramente e non
altro. Sicchè, come il tempo è un modo o un lato del considerar la esistenza
delle cose, così lo spazio non è altro che un modo, un lato, del considerar che
noi facciamo il nulla. Dove è nulla quivi è spazio, e {il} nulla senza spazio non si può dare. Per tanto è manifesto che
eziandio fuori degli ultimissimi confini dell'universo esistente, v'è spazio,
poichè nulla v'è. E se qualche cosa potesse essere o creata o spinta di là da
quegli estremi confini, troverebbe luogo; che è quanto dire non troverebbe nulla
che le impedisse di andarvi o di starvi. La conclusione {si} è che tempo e spazio non sono in sostanza altro che idee, anzi
nomi. E quelle innumerabili e immense quistioni agitate dalla origine della
metafisica in qua, dai primi metafisici d'ogni secolo, circa il tempo e lo
spazio, non sono che logomachie, nate da malintesi, e da poca chiarezza d'idee e
poca facoltà di analizzare il nostro intelletto, che è il solo luogo dove il
tempo e lo spazio, come tante altre cose astratte, esistano indipendentemente e
per se medesimi, e sian qualche cosa. (Recanati. 14. Dic.
1826.).