6. 1827. Epifania
[4241,1]
4241 Brancicare. Zoppicare.
[4241,2] Spruzzolare. Avvolticchiare. Svolticchiare. Magalotti
Lett. familiari, lett. 8. circa fin.,
par. 1.
[4241,3] Non so s'io m'inganno, ma certo mi par di scorgere
nella maniera {sì} di pensare e sì di scrivere del Galilei un segno e un effetto del suo
esser nobile. Quella franchezza e libertà di pensare, placida, tranquilla,
sicura, e non forzata, la stessa non disaggradevole, e nel tempo stesso decorosa
sprezzatura del suo stile, scuoprono una certa magnanimità, una fiducia ed
estimazion lodevole di se stesso, una generosità d'animo, non acquisita col
tempo e la riflessione, ma quasi ingenita, perchè avuta fin dal principio della
vita, e nata dalla considerazione {altrui} riscossa fin
da' primi anni ed abituata. Io credo che questa tale magnanimità e di pensare e
di scrivere, dico questa tale, e che non sia nè feroce, nè satirica, o mista
dell'uno e dell'altro, non si troverà facilmente in iscrittori o uomini non nati
nobili o di buon grado; se egli si guarderà bene. Vi si troverà sempre una
differenza. Simili considerazioni si potrebbero fare intorno alla ricchezza, che
suol dare allo stile un certo splendore, abbondanza, e forse scialacquo. Simili
intorno alla potenza, dignità, fortuna. Simili intorno ai contrarii. Vedi Alfieri
Vita sua, capo 1. principio. Messala
nitidus et candidus, et quodammodo prae se ferens in dicendo
nobilitatem suam.
*
Quintiliano 10. 1. (6.
1827. Epifania.). {{Forse Galileo non riusciva, come fece, il primo
riformatore della filosofia e dello spirito umano, o almeno non così libero,
se la fortuna non lo facea nascere di famiglia nobile.}}
{{V. p.
4419.}}