Recanati. Domenica in Albis. 22. Aprile. 1827.
[4282,6]
Nae-v-us - Ne-o. V. franc.
spagn. ec.
[4282,7] Amouracher, s'amouracher. Flamboyer.
[4282,8]
Culter, cultrum - cultellus, coltello, couteau ec. ec. V.
Forcell., gli Spagnuoli ec.
[4282,9]
Alla p. 4278.
Il qual dolore si prova anche lasciando uno stato penoso, e il fine del quale
sia stato da noi desideratissimo, e ci sia attualmente oltremodo caro. Il
carcerato posto in libertà, piangerà nell'uscir della sua prigione, non per
altro che pensando alla fine del suo stato passato: Filottete
partendo per l'assedio di Troia, dà un addio
doloroso all'isola disabitata e all'antro de' suoi patimenti.
[4282,10] L'estate, oltrechè liberandoci dai patimenti,
produce in noi il desiderio de'
4283 piaceri, ci dà
anche una confidenza di noi stessi, e un coraggio, che nascono dalla facilità e
libertà di agire che noi proviamo allora per la benignità dell'aria. Dalla qual
sicurezza d'animo, e fiducia di se, nasce, come sempre, della magnanimità, della
inclinazione a compatire, a soccorrere, a beneficare; siccome dalla diffidenza
che produce il freddo, nasce l'egoismo, l'indifferenza per gli altri ec.
[4283,1]
Alla p. 4245.
Aggiungi a queste cose la voluttà (ben conosciuta e notata dagli antichi) del
piangere, del gemere, dello stridere, dell'ululare nelle disgrazie; della quale
noi siamo privati. (Recanati. Domenica
{in Albis.} 22. Aprile. 1827.).