15. Gen. 1821.
[509,1]
Il Petrarca nella canzone Italia mia.
*
Ed è questo del seme,
Per più dolor, del popol senza legge
Al qual, come si legge,
Mario aperse sì 'l
fianco,
Che memoria de l'opra anco non langue,
Quando assetato e stanco,
Non più bevve del fiume acqua che sangue.
[509,2] Non {è stato} osservato,
{ch'io sappia,} che quest'ultima iperbole è levata
di peso da Floro III. 3. nel racconto che fa di quella
medesima battaglia contro i Teutoni, della quale il Petrarca. Ut victor Romanus de cruento flumine non plus
aquę biberit quam sanguinis Barbarorum.
*
Giacchè
l'armata Romana era assetata, e combattè quasi per l'acqua. E forse Floro ha preso questa immagine da quel
luogo di Tucidide nell'assedio di Siracusa, riferito ed
esaminato da Longino. (15. Gen. 1821).
{{V. p. 724. principio.}}