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9-10. Feb. 1821.

[636,1]   636 "La solitude" dit un grand homme, "est l'infirmerie des ames". * Mme. Lambert, lieu cité ci-dessus, p. 153. fine.
[636,2]  Nous ne vivons que pour perdre et pour nous détacher. * Mme. Lambert, lieu cité ci-dessus, p. 145. alla metà del Traité de la Vieillesse. Così è. Ciascun giorno perdiamo qualche cosa, cioè perisce, o scema qualche illusione, che sono l'unico nostro avere. {L'esperienza e la verità ci spogliano alla giornata di qualche parte dei nostri possedimenti.} Non si vive se non perdendo. L'uomo nasce ricco di tutto, crescendo impoverisce, e giunto alla vecchiezza si trova quasi senza nulla. Il fanciullo è più ricco del giovane, anzi ha tutto; ancorchè poverissimo e nudo {e sventuratissimo,} ha più del giovane più fortunato; il giovane è più ricco dell'uomo maturo, la maturità più ricca della vecchiezza. Ma Mad. Lambert dice questo in altro senso, cioè rispetto alle perdite {così dette} reali, che si fanno coll'avanzar dell'età. (9. Feb. 1821.) Ma siccome nessuna cosa si possiede realmente, così nulla si può perdere. Bensì quel detto è vero per quest'altra parte, relativamente alla condizione presente degli uomini, e  637 dello spirito umano, e della società. (10. Feb. 1821.).