12 Aprile 1821.
[931,1] Non è cosa più dispiacevole e dispettosa all'uomo
afflitto, e oppresso dalla malinconia, dalla sventura presente, o dal presente
sentimento di lei, quanto il tuono della frivolezza e della dissipazione in
coloro che lo circondano, e l'aspetto comunque della gioia insulsa. Molto più se
questo è usato con lui, e soprattutto s'egli è obbligato per creanza, o per
qualunque ragione a prendervi parte. (12. Aprile 1821.)