14. Aprile 1821.
[944,2]
Alla p. 943.
In somma la scrittura Chinese non rappresenta veramente le parole (che le nostre
son quelle che le rappresentano, {e ciò} per via delle
lettere, che sono ordinate e dipendenti in tutto dalla parola) ma le cose; e
perciò tutti osservano
945 che il loro
sistema di scrittura è quasi indipendente dalla parola:
*
(Annali ec. p.
316. p. 297.) così che si potrebbe trovare qualcuno che
intendesse pienamente il senso della scrittura chinese, senza sapere una sillaba
della lingua, e leggendo i libri chinesi nella lingua propria, o in qual più gli
piacesse, cioè applicando ai caratteri cinesi quei vocaboli che volesse, senza
detrimento nessuno della perfetta intelligenza della scrittura, e neanche del
suo gusto, giacchè le opere chinesi non
hanno nè possono avere nè versificazione, nè ritmo, nè stile, e conviene
prescindere affatto dalle parole
*
nel giudicarle; le loro poesie non sono composte di
versi, nè le prose oratorie di periodi;
*
(p. 297.) {+il genio della lingua non ammette il soccorso
delle comuni particelle di connessione, e presenta meramente una
fila d'immagini sconnesse, i cui rapporti debbono essere
indovinati dal lettore, secondo le intrinseche loro
qualità.
*
(298.)}
E
così viceversa bene spesso taluni, dopo avere soggiornato venti anni
alla China, non sono tampoco in grado di
leggere il libro più facile, benchè sappiano essi parlar bene il
chinese, e farsi comprendere.
*
(p. 316.)
(14. Aprile 1821.)