14. Aprile 1821.
[942,1]
942
Alla p. 939.
La maravigliosa e strana immobilità ed immutabilità
(così la chiama l'Edinburgh Review negli Annali di
Scien. e Lettere vol. 8. Dicembre 1811. N. 24.
Staunton, Traduz. del Ta-Tsing-Leu-Lee. p. 300.) della nazione Chinese,
dev'esser derivata certo in grandissima parte, e derivare dal non aver essi
alfabeto nè lettere, (l. cit. Rèmusat,
Saggio sulla lingua e letteratura
Chinese, dal Magasin Encyclopedique, p. 324.
fine) ma caratteri esprimenti le cose e le idee, cioè un dato numero
di caratteri elementari e principali rappresentanti le principali idee, i quali
si chiamano chiavi, e sono {nel sistema di} alcuni
{dotti Chinesi} 214, (ivi p. 313. 319.) in altri sistemi molto più, in altri
molto meno, (ivi, p. 319.) ma il sistema delle 214 è il più comune e
il più seguito da' letterati chinesi nella compilazione de' loro dizionarii. I
quali caratteri elementari o chiavi diversamente combinati fra loro (come
ponendo sopra la chiave che rappresenta i campi, l'abbreviatura di quella che rappresenta le piante, si fa il segno o carattere che significa o
rappresenta primizia dell'erbe e delle messi; e
ponendo questo medesimo carattere sotto la chiave che
rappresenta gli edifizi, si fa il carattere che
significa tempio, cioè luogo dove si offrono le
primizie (l. c. p. 314.)) servono ad
esprimere o rappresentare le altre idee: essendo però le dette combinazioni
convenute, {e gramaticali,} come lo sono le chiavi
elementari; altrimenti non s'intenderebbero. {(p. 319. fine.)} Nel
qual modo {e senso} un buon dizionario chinese, secondo Abel-Rèmusat (Essai
sur la langue et la littérature chinoise. Paris 1811. l. cit. p. 320) dovrebbe contenere
35,000
943
caratteri come ne contiene il Tching-tseu-toung, uno de' migliori Dizionari che
hanno i chinesi; secondo il Dott. Hager, (Panthéon Chinois. Paris 1806. in-fol.
Préface) basterebbero 10,000 (ivi, e p. 311. nota.) La quale scrittura
in somma appresso a poco è la stessa che la ieroglifica. Paragonate gli
Annali ec. sopracitati, Vol. 5. num. 14. Hammer, Alfabeti
antichi e caratteri ieroglifici spiegati, artic. del Crit. Rev. p. 144.- 147. col vol. 9. N. 24. p. 297-298. e p. 313.- 320. Questo paragone l'ho già
fatto, e trovatolo giusto. (14. Aprile 1821). {{V. p. 944.
capoverso 2.}}