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3364 Il subito passaggio dal grave, serio, lento,
malinconico, {passionato, raccolto} e, come si dice,
dall'adagio (s'io non m'inganno) all'allegro, all'accelerato, {+al dissipato, all'étourdi ec.} ec. tanto usitato nella nostra musica, anzi
proprio di quasi tutte le nostre arie ec., non solo non ha fondamento alcuno
nella natura, ma anzi è generalmente contrarissimo alla natura, nella quale
niente v'ha di subitaneo, e molto manco il passaggio da' contrarii ne'
contrarii. {+Oltre che, astraendo pure
dal subitaneo, l'allegro nuoce al passionato, spegne o raffredda la passione
negli animi degli uditori, contrasta bruttamente con quello che precedette;
l'effetto dell'una parte della melodia nuoce, contrasta, distrugge quello
dell'altra; è inverisimile che un malinconico parli in tuono allegro, un
passionato in tuono dissipato, e si abbandoni al gaio, allo scherzevole,
all'insouciant, al pazzeggiare ec. ec.}
Nondimeno l'assuefazione che chiunque ha udito musica, deve tra noi aver fatto a
questi tali passaggi, ce li fa parer convenientissimi, ce li fa aspettare come
naturali, come richiesti dalla melodia ec. precedente, come dovuti, come proprii
assolutamente della composizione musicale; fa che il nostro orecchio li
richiegga come spontaneamente e naturalmente (e così è infatti, perchè
l'assuefazione è seconda natura); anzi, mancando {essi,} ci fa considerar questa mancanza come sconvenienza; fa che il
nostro orecchio desideri alcuna cosa, non resti soddisfatto, anzi resti come choqué e révolté della
mancanza, deluso spiacevolmente dell'aspettativa; insomma fa che tal mancamento
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dell'imperfetto, del mutilo, del disavvenevole, e quindi del disaggradevole, e
quindi del brutto musicale. (5. Sett. 1823.) Dunque l'idea del
contrario del brutto, cioè del bello e della convenienza musicale, dipende ed è
determinata dall'assuefazione, tanto che se questa è, non solo non naturale, ma
contraria alla natura, anche quel bello e quella convenienza, cioè l'idea che
noi n'abbiamo è, non solo oltre natura, e non fondata sulla natura, {nè prodotta dalla natura,} ma contro natura. (6.
Sett. 1823.). {Il detto
passaggio è direttamente contrario all'imitazione, che dev'essere
l'immediato scopo e l'ufficio della musica, come dell'altre belle arti e
della poesia, che dovrebb'essere inseparabile dalla musica (e così
viceversa), e tutt'una cosa con essa ec. Di ciò dico altrove p. 3228.}