Difficoltà della prima invenzion della lingua e del parlare.
Difficulties with the first invention of language and speech.
2895,2[2895,2] Quanto sia facile l'imparare a parlare, quanto poco
tempo debba esser corso innanzi che il genere umano
2896 arrivasse primieramente ad accorgersi di avere organi capaci di formare e
articolare vari suoni, poi ad imparar di formare e articolar tali suoni, e
finalmente a crear col loro diverso accozzamento una serie di voci di convenuta
significazione, che fosse bastante a potersi scambievolmente communicare i
proprii sensi, e più ancora innanzi che il genere umano arrivasse a portar
questa serie al punto di poter essere chiamata lingua e di servire a tutti i
bisogni dell'espressione; si consideri nel muto. Il quale, convivendo {pur} tutto giorno con uomini i quali parlano, ed usano
una lingua già perfetta, non arriva mai in tutta quanta la sua vita nemmeno alla
prima delle sopraddette cose, cioè ad accorgersi di avere organi capaci di suoni
articolati: giacchè seppure egli manda fuori alcun suono di voce, questo è meno
articolato e meno vario che non sono le voci delle bestie. Ora io torno in campo
colla mia solita domanda. È egli possibile che se la natura aveva espressamente
destinato l'uomo a parlare, se, come dice
Dante, opera naturale è ch'uom favella
*
, essa natura lasciasse
tanto da fare all'uomo per
2897 arrivare ad eseguire
quest'opera naturale, e debita alla sua
essenza, e propria di essa, quest'opera senza la quale egli non avrebbe mai
corrisposto alla sua natura particolare, nè all'intenzione della natura in
generale, e condannasse espressamente tanta moltitudine e tante generazioni
d'uomini, quante dovettero passare prima che fosse trovata una lingua, altre a
non sapere nè potere in alcun modo fare, altre a non poter fare se non se
imperfettissimamente, quello che l'uomo doveva pur sapere e potere compiutamente
fare per sua propria natura? E poichè l'uomo senza la lingua non sarebbe uscito
mai del suo stato primitivo purissimo, e la lingua è il principale e più
necessario istrumento col quale egli ha operato ed opera quello che si chiama
suo perfezionamento; e se d'altronde tanto è per ciascuna cosa il ben essere,
quanto l'esser perfetta, nè si dà per veruna specie di enti felicità veruna
senza la perfezione conveniente ad essa specie; è egli possibile che se questa
che si chiama perfezione dell'uomo, fosse veramente tale, e destinatagli dalla
natura, essa natura nel formar l'
2898 uomo l'avesse
posto così mirabilmente lontano dalla perfezione da lei voluta e destinatagli,
ed a lui necessaria, che egli non avesse ancora nè potesse avere nemmeno una
prima idea dell'istrumento, col quale dopo lunghissimi travagli, e lunghissimo
corso di generazioni e di secoli, la sua specie sarebbe finalmente arrivata a
conseguire alcuna parte di questa perfezione?
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Perfettibilità o Perfezione umana. (1827) (1)