Lingua italiana, disprezzata dai dotti nel tre, quattro e cinquecento.
Italian language, disdained by the learned in the 14th, 15th and 16th centuries.
2693,2 3741,1[2693,2] Del disprezzo in cui fu tenuta dai dotti la lingua
italiana (detta volgare) nel 300, nel 400 e nel 500, a paragone della latina,
vedi Perticari loc. cit. capo 34. (16.
Maggio 1823.). Vedi anche il
fine della Lezione dell'ordine dell'Universo di Pier Francesco Giambullari nelle Prose
Fiorentine par. 2. vol. 2. (Venez. 1735.
t. 3. par. 2. p. 24. fine - 25.).
(17. Maggio 1823.). {+V. altresì Perticari
Degli Scritt. del 300. l. 1. c. 13. p. 77. c. 16. p. 88.
segg. c. ult. fine. p. 98. l. 2. c. 9. p. 163.
}
[3741,1] Della bassa opinione in cui fino nel 500 era tenuta
la lingua italiana (detta allora, quasi per disprezzo, volgare) e la sua
capacità {e nobiltà e degnità ed efficacia e ricchezza}
e potenza e possibilità di crescere ec. e il suo stato d'allora (ch'era pur
certo assai più potente {ed efficace e forte ed espressivo e
ricco} e nobile e capace ed idoneo, che non fu {prima nè} poscia e non è oggi, {+dopo sì lungo tempo e tanto accrescimento del numero e
varietà degli scrittori che la trattarono, e delle materie che vi si
trattarono, e delle idee che vi furono e sono, tuttodì in maggior copia e
varietà, significate.} non solo rispetto a letteratura, ma a filosofia
e politica, e maneggi e trattati civili, e storie, ed arti e scienze d'ogni
maniera; onde questa lingua in quel tempo fu meno stimata in ch'ella più valse
per ogni verso che in qualsivoglia altra età e ch'ella sia forse mai per
valere), vedi il Dialogo delle Lingue dello Speroni, tutto, ma particolarmente
dal principio del Discorso tra il Lascari e il Peretto,
sino al fine del Dialogo. (20. Ott. 1823.).
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Cinquecentisti. Trecentisti, ec. (1827) (2)