5. Dic. 1821.
[2225,1]
Alla p. 1167.
Similmente abbiamo già notato p. 1114.
fine, il continuativo anomalo visere di videre da visus participio
pure o anomalo, o non {{di primitiva}} forma ec. E che
questo sia veramente continuativo e in se, e ne' suoi composti vedilo in Virgilio sul principio delle Georg.
Tuque adeo quem mox quę sint
habitura deorum Concilia incertum est, urbisne
invisere,
*
(ἐπισκοπεῖν presiedere) Caesar,
Terrarumque velis curas[curam],
et te maximus orbis Auctorem frugum, tempestatumque potentem
Accipiat
*
ec. Non può esser più decisamente
continuativo. Ponete invece, videre, {o}
visitare, e sentirete subito la differenza del
positivo, e del frequentativo dal continuativo.
{V. p. 2273.
fine. e Virg.
Georg. 4. 390. revisit,
consideralo bene, e provati di metterci il positivo, o di pigliare revisit per frequentativo. Puoi anche vedere ib. 547. 553. e
tal uso di questo verbo è ordinario negli scrittori.} Lo stesso dico
di questo luogo di Orazio (Od. 31. l.
1. v. 13. seqq.) Dis carus
ipsis:
*
(parla del mercante) quippe ter et quater Anno
revisens
*
(cioè solito di rivedere
2226 ogni anno; che ha
che far questo col frequente? o col positivo? ec.) aequor Atlanticum Impune.
*
Ponete
revidens se potete. Come potrebbe reggersi in tal
luogo questo participio presente, se fosse o positivo o frequentativo? e se non
volesse dire solito di ec. ed esprimere consuetudine,
la quale è presente in ciascun momento su cui possa cadere la parola o la
frase?

[2226,1] Del resto come plectere
chi sa che non sieno continuativi anche flectere, nectere,
pectere (da ψήχω) e tali altri. Ma esamina meglio la cosa e v. il Forcellini. V. anche texere.
(5. Dic. 1821.).