6. Feb. 1822.
[2387,1]
Ni sabian que
pudiesse haver Sacrificio sin que muriesse alguno por la salud de
los demàs.
*
Parole di Magiscatzin, vecchio Senatore
Tlascalese a Ferd. Cortès,
presso D. Antonio de Solìs, Hist. de la
Conquista de Mexico, lib. 3.
2388
capit. 3. en Madrid 1748.
p. 184. col. 1. Ecco l'origine e la primitiva ragione de' sacrifizi, e
idea della divinità. Si stimava invidiosa e nemica degli uomini, perchè gli
uomini lo erano per natura fra loro, e per causa delle tempeste ec. le quali
appunto si cercava di stornare co' sacrifizi. Nè si credeva già primitivamente
che gli Dei godessero materialmente godessero della carne o sangue o altro che
loro si sacrificava, ma della morte e del male della vittima, e che questo
placasse l'odio loro verso i mortali, e la loro invidia. Egoismo del timore, che
ho spiegato in altro luogo pp.
2206-208. Quindi si facevano imprecazioni ed esecrazioni sulla
vittima, che non si considerava già come cosa buona, ma come il soggetto su cui
doveva scaricarsi tutto l'odio degli dei, e come sacra solo per questo verso.
Quindi quando il timore (o il bisogno, o il desiderio ec.) era maggiore, si
sacrificavano uomini, stimando così di soddisfar maggiormente l'odio divino
contro di noi. E ciò avveniva o tra' popoli più vili e timidi (e quindi più
fieramente egoisti), o più travagliati dalle convulsioni degli elementi
(com'erano i Tlascalesi ec.), o ne' tempi più antichi,
2389 e quindi più ignoranti, e quindi più paurosi. E nell'estrema
paura, si sacrificavano non solo prigionieri, o nemici, o delinquenti ec. come
in america,
ma compatrioti, consanguinei, figli, per maggiormente saziare l'odio celeste,
come Ifigenia ec. Eccesso di egoismo
prodotto dall'eccesso del timore, o della necessità, o del desiderio di qualche
grazia ec. (6. Feb. 1822.).