27. Luglio. 1823.
[3054,3]
Alla p. 3040.
fine. Questi tali diminutivi comuni a tutte tre le lingue figlie
dimostrano che l'uso di essi in luogo e significato de' positivi viene dal
latino, massime che anche nel buon latino si trovano molti diminutivi usati in
luogo de[dei] positt. disusati o perduti o meno
usati {+ovvero indifferentemente dai
positivi ec. ec. ec. I quali fanno ben probabile che il volgo o il sermon
familiare latino usasse nel modo stesso anche que' diminutivi positivati che
oggi s'usano o in tutte 3. le lingue figlie, o in alcuna di loro ec. da noi
in parte annoverati ec. ec. ec..}
[3054,4] Al qual proposito si osservi la voce fabula
fabella ec. onde fabulo as,
fabulor aris, e favella,
favellare ec. come ho largamente detto altrove
pp.
497-99. Ch'ella venga da fari lo credo, ma
parmi eziandio chiaro ch'ella è un diminutivo d'altra voce. E tanto più che non
si dice fabulella, ma fabella, altro diminutivo, che non vien da fabula, ma pare che insieme con questo dimostri un terzo
3055 e positivo nome, del quale ambedue sieno
diminutivi. {#1. Notate però che
similimente si dice populus (onde populo o populor) e popellus. In Fedro IV. 7. v. 22.
fabella è vero diminutivo di fabula, come popellus lo è di populus. In tal caso favella e favellare che i lat. dicevano fabula e fabulare appartengono alla
classe de' nostri diminutivi presi in vece de' positivi. Abbiamo anche favola positivo, ma in altro senso, pur latino
però. V. p. 3062.} Questo
positivo è ignoto nel latino. Non vi si usano che i detti diminutivi, col verbo
diminutivo fabulo ec. Ma noi abbiamo la voce fiaba che significa appunto favola, e che poi fu applicato particolarmente a certe stravaganti
composizioni teatrali, come anche fabula in latino fu
applicato a significare i drammi in senso non diminut. ma positivo. Dubito forte
che questo fiaba sia voce antichissima nel latino,
perduta nello scritto, conservata nel volgare fino a noi. (27. Luglio.
1823.).