31. Gen. 1821.
[590,1] Del resto quanto sia facile, ovvia, e primitiva l'idea
che a qualunque società, per poco ch'ella sia formata, e che declini dalla
primissima forma di società, comune si può dire a tutte le {specie di} viventi, è necessaria l'unità, cioè un capo, e questo
veramente uno, cioè assoluto, si può vedere e nelle storie d'ogni nazione, e in
ogni genere di società, pubblica, privata ec. nelle milizie, nelle compagnie di
cacciatori, o in qualunque compagnia, che abbia uno scopo comune, e sia
destinata tutta insieme a un oggetto qualunque. Io mi sono abbattuto a sentire
un uomo di nessuna o coltura, o acutezza naturale d'ingegno, il quale a una
compagnia di negoziatori, che si mettevano a girare il mondo, per far guadagno
591 mediante un capitale comune e indivisibile (cioè
un panorama), dava questo consiglio: Sceglietevi e riconoscete un capo, e
ubbiditelo in tutto. (che altro
è questo se non l'idea precisa della necessità della monarchia assoluta?)
Altrimenti ciascuno cercando il suo interesse più dell'altrui, cosa
contrarissima all'interesse e allo scopo comune, l'uno farà pregiudizio
all'altro, e al tutto; e così ciascuno sarà pregiudicato, e la discordia
{(cioè il contrario dell'unità)}
v'impedirà di conseguire quello che cercate.
(31. Gen. 1821.). {{
V. p. 598 capoverso
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