25. Sett. 1821.
[1788,1] Gl'illetterati che leggono qualche celebrato autore,
non ne provano diletto, non solo perchè mancano delle qualità necessarie a
gustar quel piacere ch'essi possono dare, ma anche perchè si aspettano un
piacere impossibile, una bellezza, un'altezza di perfezione di cui le cose umane
sono incapaci. Non trovando questo, disprezzano l'autore, si ridono della {sua} fama, e lo considerano come un uomo ordinario,
persuadendosi di aver fatto essi questa scoperta per la prima volta. Così
accadeva a me nella prima giovanezza
1789 leggendo Virgilio, Omero ec. (25. Sett. 1821.)