18. Giugno 1821.
[1180,2] Noi diciamo fuso
{sostantivo} mascolino singolare, e fusa plurale femminino, secondo la proprietà della
lingua nostra di dare a parecchie voci nel plurale, la desinenza del neutro
plurale latino, del che vedi il Ciampi
De usu linguae italicae
saltem a sęculo sexto, dove mostra come molti di
questi nostri plurali femminini in a derivino da un latino popolare
1181 ec. Queste tali desinenze italiane pare che
indichino de' neutri latini corrispondenti, e quel fusa dell'italiano pare che indichi un neutro latino fusum, o almeno il suo plurale fusa, come da brachia facciamo le braccia, da cornua, le corna, da genicula,
diminutivo di genua (Forcellini), {le}
ginocchia, {Il Glossario ha anche genuculum o genuclum, e
ginochium}. da poma, le poma, da ossa, le ossa, {da fila, le fila,} da
membra, le membra, {da fundamenta, le fondamenta, da castella, le castella, da labia,
le labbia, da labra,
le labbra, da gesta,
le gesta, da ligna,
vestigia, le legna,
le vestigia, da ova,
le uova, da terga,
le terga, da flagella, le flagella, le cervella, ec. le
vestimenta, le ornamenta
(v. la Crusca in vestimento), ec. le
corna, le ciglia ec. da vasa, le vasa
(Crusca, e Tansillo, Podere, capit. 3. terz.
2.)} ec. {Notate che quando gesto significa gestus
us, non diciamo le gesta ma i gesti. E allora solo diciamo le gesta, quando gesto si piglia in senso neutro, e vuol dire cosa fatta, come in Corn.
Nep.
Obscuriora sunt eius gesta
pleraque
*
. (V. il Gloss. in Gesta.) Così diciamo interiori aggettivamente, ma le interiora (ed anche però gl'interiori) assolutamente per entragni, cioè
in senso neutro, come Vegezio, Torsiones vocant, et interiorum
incisiones
*
. V. p. 2340. fine.} Ma nè fusum nè fusa non si trovano
ne' Vocabolari latini, ma solamente fusus che fa nel
plurale fusi. Or ecco ne' frammenti di Simmaco scoperti dal Mai
(Q.
Aurelii Summachi V. C.
Octo Orationum ineditarum partes.
Orat. 3. scil. Laudes in Gratianum Augustum, cap. 9. Mediol. 1815. p. 35.):
Et vere si fas est praesagio
futura conicere, iamdudum aureum saeculum currunt fusa Parcarum
*
. Così ha
il Codice Ambrosiano antichissimo, cioè di verso la metà del
sesto secolo almeno, vale a dire un secolo al più dopo la morte dell'autore. E
che non sia sbaglio di scrittura si conosce anche dal vedere che scrivendo fusi guasterebbesi quel ritmo di cui Simmaco era tanto vago e sollecito, e
così perpetuo seguace, come può sapere ognuno che l'abbia
1182 letto, e come si può notare a prima giunta anche negli altri
scrittori di quella età e delle circonvicine, e generalmente di tutti gli
scrittori latini {e greci} di corrotta {e affettata} eleganza e rettorica. Questa voce fusa è
stata notata dal Mai nell'Indice rerum
notabiliorum, e dal Furlanetto nell'Appendice al Forcellini.
{V. pure il Forcell. e il Gloss. in saccus, sextarius, poichè noi
diciamo le sacca, le staia.} Dal
che si potrebbe dedurre che l'antico volgo latino dicesse similmente murum, pugnum, fructum, {lectum sostantivo, digitum,
anellum, risum} nel genere neutro, o almeno nel plurale,
{+(oltre il mascolino che abbiamo in
tali plurali anche noi)}
mura, pugna, fructa,
{lecta, digita, anella,
risa,} come noi diciamo le mura, le pugna,
le frutta, {le letta, le dita, le anella, le
risa,} e simili, quantunque non resti notizia precisa di queste
voci latine, come fino a pochi anni addietro non si aveva notizia della voce che
abbiamo veduta e che restava pure nell'italiano. Fructa e mura neutri plurali si ritrovano
anche nel latino barbaro. (Du Cange.)
{Lectum sostantivo neutro è usato da Ulpiano nel Digesto, e v. Forcellini.}
(18. Giugno 1821.). {Risus
us dicono i buoni latini. Eppure essi dicono jussus us e parimente jussum i; e così altri tali verbali della quarta congiugazione
(che risus è un puro verbale) gli fanno talora
neutri della seconda, come pur gustum i, per
gustus us, ec. su di che v. p. 2146. e p. 2010. se
vuoi.}