16. Giugno 1820.
[125,1]
125 Per li fatti magnanimi è necessaria una persuasione
che abbia la natura di passione, e una passione che abbia l'aspetto di
persuasione appresso quello che la prova.
[125,2] In proposito di quello ch'io dico nei miei pensieri,
p. 112. e nel luogo quivi
citato, osservate che ora in uno stile sostenuto sarebbe vergogna il dare
all'uditore un epiteto che ricordasse un pregio del corpo. Non così presso i
greci, sia in ordine alla bellezza, sia alla robustezza ec. Il corpo non era in
così basso luogo presso gli antichi come presso noi. Par che questo sia un
vantaggio nostro, ma pur troppo le cose spirituali non hanno su di noi quella
forza che hanno le materiali, ed osservatelo nella poesia ch'è la imitatrice
della natura, e vedete ch'effetto facciano i poeti metafisici, rispetto agli
altri poeti.
[125,3] La filosofia indipendente dalla religione, in sostanza
non è altro che la dottrina della scelleraggine ragionata; e dico questo non
parlando cristianamente, e come l'hanno detto tutti gli apologisti della
religione, ma moralmente. Perchè tutto il bello e il buono di questo mondo
essendo pure illusioni, e la virtù, la giustizia, la magnanimità ec. essendo
puri fantasmi e sostanze immaginarie, quella scienza che viene a scoprire tutte
queste verità che la natura aveva nascoste sotto un profondissimo arcano, se non
sostituisce in loro luogo le rivelate, per necessità viene a concludere che il
vero partito in questo mondo, è l'essere un perfetto egoista, e il far sempre
quello che ci torna in maggior comodo o piacere. (16. Giugno
1820.)