31. Agosto 1821.
[1594,2] La bellezza è naturalmente compagna della virtù.
L'uomo senza una lunga esperienza non si avvezza a credere che un bel viso possa
coprire un'anima malvagia. Ed ha ragione, perchè la natura ha posto un'effettiva
corrispondenza tra le forme esteriori e le interiori, e se queste non
corrispondono, sono per lo più alterate da quelle ch'erano naturalmente. Pure è
certo che i belli sono per lo più cattivi. Lo stesso dico degli altri vantaggi
naturali o acquisiti. Chi li possiede, non è buono. Un brutto, un uomo
sprovvisto di pregi e di vantaggi, più facilmente s'incammina alla virtù. Gli
uomini senza talento sono più ordinariamente buoni, che quelli che ne son
ricchi. E tutto ciò è ben naturale nella società. L'uomo insuperbisce del
vantaggio che si accorge
1595 di avere sugli altri, e
cerca di tirarne per se tutto quel partito che può. S'egli è più forte, fa uso
della sua forza. Il più debole si raccomanda, e segue la strada che più giova e
piace agli altri, per cattivarseli. Il forte non abbisogna di questo. Ecco
l'abuso de' vantaggi. Abuso inevitabile e certo, posta la società. Così dico de'
potenti ec. i quali non ponno essere virtuosi. Ne' privati a me pare che non si
trovi vera affabilità, vera {e costante} amabilità e
facilità di costumi, interesse per gli altri ec. se non che nei brutti, in chi
ha qualche svantaggio, è nato in bassa condizione ed assuefattoci da piccolo,
ancorchè poi ne sia uscito, è povero o lo fu, ovvero negli sventurati.
[1595,1] Ora domando io. Sono vantaggi o non sono, la
bellezza, l'ingegno ec. ec.? La virtù ec. un certo buon ordine ec. ec. sono o
non sono voluti dalla natura? (Questo è certo, perchè il fanciullo e il giovane
v'è sempre inclinato). Che strana contraddizione è dunque questa che nello stato
di società i vantaggi naturali e acquisiti sieno quasi assolutamente
incompatibili colla bontà de' costumi? che per trovar questa, bisogni
1596 desiderare che il tale o tal altro sia brutto,
sciocco ec. ec.? anzi che la maggior parte degli uomini, e tutti, se fosse
possibile, fossero tali pel bene del mondo? (I devoti sogliono infatti chiamar
favori e benefizii di Dio, questi e altri tali svantaggi). Che vuol dir tutto
ciò? che lo stato sociale è contraddittorio colla natura, e con se stesso.
Giacchè esso stesso non può sussistere senza la virtù e la morale, unico legame
degli uomini, e {sola} sufficiente garanzia dell'ordine
e della società ec. e queste non possono stare con un'altra cosa che è parimente
necessaria al bene della società, vale a dire i vantaggi e i beni individuali.
Quello che dico degl'individui dico anche delle nazioni. È noto come la
giustizia ec. ec. sogliano essere osservate dalle nazioni e principi deboli o
infelici ec. e trascurate affatto dalle altre, e da esse stesse appena arrivano
alla felicità e forza, come accadde a Roma. (31.
Agosto 1821.).