1. Ott. 1821.
[1825,1] L'uomo, e l'animale proporzionatamente, sono
ragionevoli per natura. Io dunque non condanno la ragione in quanto è qualità
naturale, ed essenziale nel vivente, ma in quanto (per sola forza d'indebite e
non naturali assuefazioni) cresce e si modifica in modo che diviene il
principale ostacolo alla nostra felicità, strumento dell'infelicità, nemico
delle altre qualità ec. naturali dell'uomo e della vita umana. (1. Ott.
1821.).