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31. Ott. 1821.

[2023,1]  Alla p. 1109. Di questi tali verbi di forma continuativa, propri delle lingue moderne,  2024 quelli che non hanno oggi alcun significato distintamente continuativo, o che s'usano indifferentemente come i positivi da cui derivano, o restano in luogo di questi già estinti, potranno credersi introdotti nelle nostre lingue ne' bassi tempi, o ne' bassi tempi trasportati dal significato continuativo al positivo o a qualunque altro, o sostituiti interamente ai positivi loro. Quelli però (e son parecchi) che hanno nelle stesse nostre lingue un evidente significato continuativo (esistano ancora {in esse} o non esistano i loro positivi), e tuttavia non si trovano negli scrittori della buona latinità, difficilmente m'indurrò a credere, che sieno di bassa epoca, e che non ci siano dirittamente pervenuti mediante l'antico volgare latino, padre delle nostre lingue, e conservatore ostinato delle antiche proprietà della favella. Giacchè non è verisimile  2025 che ne' bassi e corrotti tempi, si coniassero espressamente questi verbi, secondo tutta la proprietà dell'antichissimo latino, secondo tutte le regole della formazione e {{della}} significazione continuativa; quando queste regole, e questa tal proprietà, da sì lungo tempo, e nell'istesso fiore della latinità era stata dimenticata, o mal distinta, e confusamente sentita, o del tutto ignorata {{e violata}} dagli stessi scrittori latini e da' migliori gramatici, e conoscitori della regolata favella, e formatori di nuove parole. (31. Ott. 1821.).