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4. Nov. 1821.

[2049,1]  Alla p. 2043. margine. La bellezza e il diletto dello stile d'Orazio, e d'altri tali stili energici e rapidi, massime poetici, giacchè alla poesia spettano le qualità che son per dire, e soprattutto lirici, deriva anche sommamente da questo, ch'esso tiene l'anima in continuo e vivissimo moto ed azione, col trasportarla a ogni tratto, e spesso bruscamente, da un pensiero, da un'immagine, da un'idea, da una cosa ad un'altra, e talora assai lontana, e diversissima: onde il pensiero ha da far molto a  2050 raggiungerle tutte, è sbalzato qua e là di continuo, prova quella sensazione di vigore (v. p. 2017. capoverso ult.) che si prova nel fare un rapido cammino, o nell'esser trasportato da veloci cavalli, o nel trovarsi in una energica azione, ed in un punto di attività (v. p. 1999.); è sopraffatto dalla moltiplicità, e dalla differenza delle cose, (v. la mia teoria del piacere pp. 165. sgg. ) ec. ec. ec. E quando anche queste cose non sieno niente nè belle, nè grandi, nè vaste, nè nuove ec. nondimeno questa sola qualità dello stile, basta a dar piacere all'animo, il quale ha bisogno di azione, perchè ama soprattutto la vita, e perciò gradisce anche e nella vita, e nelle scritture una certa non eccessiva difficoltà, che l'obbliga ad agire vivamente. E tale è il caso d'Orazio, il quale alla fine non è poeta lirico che per lo stile. Ecco come lo stile anche separato dalle cose, possa pur essere una cosa, e grande; tanto che uno può esser poeta, non avendo  2051 altro di poetico che lo stile: e poeta vero, {e universale,} e per ragioni intime, e qualità profondissime, ed elementari, e però universali dello spirito umano.
[2051,1]  Questi effetti che ho specificati li produce Orazio a ogni tratto, coll'arditezza della frase, onde dentro il giro di un solo inciso vi trasporta e vi sbalza più volte di salto da una ad altra idea lontanissima e diversissima. {+(Come pure coll'ordine figuratissimo delle parole, e colla difficoltà, e quindi attività ch'esso produce in chi legge.)} Metafore coraggiose, epiteti singolari e presi da lungi, inversioni, collocazioni, soppressioni, {+tutto dentro i limiti del non eccessivo (eccessivo potrebb'essere pei tedeschi, troppo poco per gli orientali)} ec. ec. producono questi effetti in qualsivoglia luogo delle sue poesie.
Pone me pigris ubi nulla campis
Arbor ęstiva recreatur aura,
Quod latus mundi nebulę, malusq
Iuppiter urget. *

Eccovi prima la pigrizia, poi questa applicata ai campi, e immediatamente gli alberi, e l'aria d'estate, poi un fianco del mondo, poi  2052 e lnebbie, e poi Giove {in vece del cielo, e} malvagio in vece di contrario, che urtano o spingono o perseguitano quella parte di mondo.
[2052,1]  La vivezza e il pregio di tutto ciò (come di tante simili bellezze in altri stili) non consiste in altro che nella frequenza, e nella lunghezza dei salti da un luogo, da un'idea all'altra. Le quali cose derivano dall'arditezza dell'elocuzione materiale.
[2052,2]  Della quale arditezza essendo incapace la lingua francese, è incapace di stile poetico, e le mille miglia separata dal lirico. (4. Nov. 1821.). {{V. p. 2054. e 2358. fine.}}