10. Agosto 1820.
[204,1] In proposito di quello che ho detto p. 197. io so di una donna desiderosa
di concepire che bastonava fieramente una cavalla pregna, dicendo, tu gravida
e io no. L'invidia e l'odio altrui per le felicità che hanno, cade
ordinariamente sopra quei beni che noi desideriamo di avere e non abbiamo, o de'
quali vorremmo esser gli unici o i principali possessori ed esempi. Sopra gli
altri beni non è cosa ordinaria l'invidia, ancorchè sieno beni grandissimi. Del
resto quantunque l'invidia riguardi per lo più i nostri simili, coi quali
solamente sogliamo entrare in competenza, nondimeno si vede che il furore di
questa passione può condurre all'invidia e all'odio anche delle altre cose.
(10. Agosto 1820.).