20. Nov. 1821.
[2127,1] Vien pure accagionato il Sig. Botta di alcuni termini familiari, che parvero
non comportabili dalla dignità storica ..... Si mise in campo a sua discolpa
l'osservazione, esser pregio particolare della lingua italiana, l'adattarsi a
tutti i tuoni, anche ne'
2128 più gravi argomenti. Di
fatti, chi ben guardi addentro la materia, non è forse vero, che questo idioma
non si formò già nelle corti, bensì in una repubblica tempestosa, nella quale
esprimere l'energia de' sentimenti popolari, non già fornire occorreva locuzioni
temperate a gente placida, o simulata. Da questa impronta originaria ricevette
la lingua mentovata il privilegio d'essere per l'appunto in modo singolare sì
acconcia a descrivere rivoluzioni politiche. Pref. del Sig. L. di Sevelinges alla sua traduzione della
Storia ec. di C. Botta, in francese, volgarizzata
dal Cav. L. Rossi.
Milano, Botta
Storia ec. 1819. 3.za edizione t. 1. p. LXI.-II.
[2128,1] La ragione qui accennata può servire in parte a
spiegare il perchè la lingua italiana scritta (dico la buona e vera ed antica
lingua) si sia poco divisa dalla parlata, a differenza della latina, e a
somiglianza della greca (p. e. in Demostene). Oltre le altre cagioni da me notate sparsamente
2129 altrove pp. 1887. sgg.
p.
1956
pp. 1994. sgg.
pp.
2112-13, cioè la natura de' tempi (natura antica) ne' quali la nostra
lingua e letteratura fu formata; la poca società civile, o conversazione
d'italia, il che dovea render la sua lingua scritta
similissima alla volgare, perchè questa sola esisteva prima della scritta,
questa sola le potè servire di origine e di modello, questa sola coesiste anche
oggi alla lingua scritta, a differenza di ciò che accade in
Francia, e a somiglianza di ciò che accadde in
Grecia (lo stile di una lingua ha tanto più del
familiare e del popolare quanto più la
nazione scarseggia di società, ed esso stile è quindi nella stessa proporzione
più energico, vero, vario, potente, ricco, bello); le ragioni che altrove pp. 1808. sgg. ho addotte
per provare che i primitivi scrittori di una lingua qualunque hanno sempre del
familiare nella lingua, e per conseguenza nello stile ec. (20. Nov.
1821.).