26. Dic. 1821.
[2285,1]
Alla p. 2192.
fine. Se alcuno volesse dire che i verbi ch'io chiamo continuativi,
quando presso gli scrittori, si trovano, come non di rado avviene, in
significato frequentativo o diminutivo, fossero contrazioni de' verbi in itare, (come prensare di prensitare) noti o ignoti, stieno in somma in vece di
essi, e così vengano ad esser
2286 derivati dai
frequentativi anzi veri frequentativi non solo per significazione ma anche per
formazione ed origine gramaticale; non lo contrasterei più che tanto: benchè mi
paia naturalissima e più verisimile quell'altra ragione ch'io adduco di tale uso
de' continuativi, cioè le solite metamorfosi che nelle parole, frasi, forme,
formazioni, significati ec. produce inevitabilmente il tempo, e il vario uso de'
vari generi di scrittori, e parlatori. Chi può dubitare che le desinenze in ulus, e altre tali non fossero espressamente
diminutive, e che i nomi o verbi ec. così formati, originariamente e
propriamente non significassero diminuzione di quella cosa o {{azione,}} ch'era significata dal verbo o nome positivo?
E nondimeno v. la p. 2281. dove ho
dimostrato come questi diminutivi sì nell'antico ottimo latino scritto, sì nel
volgare, sì nelle lingue sue figlie, sieno passati spessissimo a significazione
positiva, divenuta
2287 loro così propria, che oltre
che non significano più alcuna diminuzione, volendoli ridurre a diminuire,
bisogna, come spesso si fa, soprattaccargli un'altra desinenza diminutiva. E ho
mostrato ancora che perduti affatto i loro positivi, restano essi in luogo di
questi, e con lo stesso preciso valore dei medesimi ec.
[2287,1] Del resto ho fatto vedere in più luoghi, e notato
anche espressamente, che i verbi continuativi, in un modo o nell'altro indicano
o sempre o quasi sempre accrescimento di quell'azione ch'è significata dai
positivi, o sarebbe significata se essi tuttora esistessero. L'indicano, dico,
per loro natura, e l'indicano o riguardo al tempo e alla durata, o a qualunque
altra di quelle cose che ho notate. Or come dunque si vorrà confondere la
proprietà e la natura, e la forma stessa di questi verbi (come fa il Forc.) con quelle de' verbi in itare, {forma} che porta con
2288 se una forza diminutiva, che a prima giunta è
manifesta e sensibile a qualunque orecchio men che mediocremente assuefatto al
latino? (26. Dic. 1821.).