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8. Giugno - 9. Giugno 1822.

[2465,1]  I greci ϑεῖος, gli spagnuoli Tio, gl'italiani zio, esprimendo questi col Z, quelli col T, il suono dels saspirato che nè gli uni nè gli altri hanno. Donde questa parola così necessaria e usuale {e volgare} in tutti i linguaggi, e usualissima e volgarissima nello spagnuolo e nell'italiano; donde, dico, e per qual mezzo può esser passata dal greco a questi volgari moderni, se non per mezzo del volgare latino, non trovandosi nel latino scritto? L'avranno forse presa gli spagnuoli e gl'italiani dal greco moderno, o da quello de' bassi tempi (non si saprebbe con qual mezzo), e avrebbe potuto divenir usuale e volgarissima e scacciar la parola antica,  2466 una parola forestiera {significante una cosa} che tuttogiorno s'era nominata e si nomina? E siccome si potrebbe dubitare che alcune o tutte queste parole ch'io dimostro uniformi nel greco e ne' nostri volgari, ci fossero derivate per mezzo del francese ne' bassi tempi, e il francese l'avesse avute dalle colonie greche state anticamente in francia ec. del che ho discorso altrove pp. 1039-43 notate che questo ϑεῖος si trova in tutti i volgari derivati dal latino, fuorchè appunto nel francese che da avunculus dice oncle. Oltre che la qualità della cosa significata da questa voce, non permetterebbe, come ho detto, ch'ella fosse passata così tardi, e potuta stabilirsi ne' nostri volgari in luogo dell'antica denominazione; se questa, cioè, non fosse antica e antichissima. Vedi però il Forcell. il Gloss. Diz. franc. ec. (8. Giugno 1822.). {{V. anche calare a cui la Crusca pone per greco χαλᾶν. (9. Giugno 1822.).}}