10. Giugno. 1823.
[2757,2] È proprietà della nostra lingua di contrarre i
participii de' verbi della prima congiugazione, togliendo dalla loro desinenza
in ato, le due prime lettere, cioè at: i quali participii così contratti, e serbano il
loro valore di participii, servendo {pure} alla
congiugazione de' loro verbi coll'ausiliare; e bene spesso passano a fare
uffizio di
2758 aggettivi; e molti semplici aggettivi
della nostra lingua non sono altro che participii {così} contratti o di verbi italiani originati dal latino o
d'altronde, o di verbi pur latini ec. {V. Bartoli
Il Torto e 'l diritto del non si può. capo 137. e
la pag. 3060-1. 3035-6. ec.} Ora questo
medesimo costume di contrarre in questo medesimo modo i participii in atus della prima, togliendo loro le due lettere at caratteristiche della desinenza, si vede essere
stato anche fra' latini, fra' quali Virgilio ed altri fecero inopinus per inopinatus, e da necopinatus, necopinus, e così d'altri
participii, o aggettivi così formati, di molti de' quali forse non si riconosce
ora più la prima origine e forma di participii in atus, {+mancando loro le caratteristiche at. Odorus per odoratus.} E tanto maggiormente si dee credere che
questa sorta di contrazione familiarissima a noi, fosse anche più familiare al
volgo latino che agli scrittori, quanto che il popolo ama sempre le contrazioni
e accorciamenti. (10. Giugno. 1823.).