27. 8.bre 1820.
[299,1] I principi non possono essere amati per altra passione
che per quella che consiste nell'amor di parte.
300
L'ambizione, l'avarizia ec. cadono sotto la categoria dell'interesse, consistono
nel freddo calcolo dell'egoismo, e perciò spettano alla ragione, tutto l'opposto
del fervido, irriflessivo e cieco impeto della passione. E chi sacrifica se
stesso al principe per ambizione, avarizia, o altre mire di propria utilità, non
si sacrifica veramente al principe ma a se stesso, e tanto quanto lo crede utile
a se stesso, e in caso diverso, abbandona la sua causa. Ma l'amor di parte
conduce a sacrificarsi furiosamente, e senza riserva nè condizione nè ritegno nè
calcolo veruno, all'oggetto di questo amore, e così la passione primieramente è
più forte della ragione e dell'interesse, e conduce ad affrontare molto maggiori
ostacoli e pericoli; in secondo luogo non è soggetta a cambiar di strada secondo
le circostanze, come l'interesse che da una causa porta a difenderne un'altra,
secondo che meglio torna. I principi dunque non potendo esser favoriti dai
sudditi per altra passione che per la sopraddetta, e l'interesse non essendo nè
così forte, nè molto meno così costante, la ragione poi essendo inoperosissima
(giacchè vediamo tutto giorno che quella parte
301 dei
sudditi la quale ama o favorisce il suo governo per mera persuasione, come anche
quella che lo odia nello stesso modo, è la parte più immobile e più passiva del
popolo) debbono fomentare l'amor di parte. E siccome questo non è attivo anzi
non esiste, se non v'è parte contraria, perciò, quantunque sembri un paradosso,
si può affermare che giova al principe il dar luogo a una fazione contraria alla
sua, quando esista la favorevole, e sia più forte com'è il più naturale e
ordinario. Questa fu la pratica dei romani la quale riuscì loro così bene come
nessuno ignora. E i realisti di francia, e le provincie o
città realiste non sarebbero così ardenti sostenitori del re, se non avessero lo
spirito di parte, e se non esistesse un partito contrario considerabile, il
quale non è più forte, ma se fosse, l'affare sarebbe fuor del caso. E cento
altri esempi e prove simili può fornire la storia antica e moderna e presente.
Quello dunque che ho detto p. 113.
de' conquistatori, si può estendere a tutti i principi e governi (27.
8.bre 1820.)
{{massime monarchici, oligarchici, aristocratici ec. perchè
nelle repubbliche
302 il caso è alquanto diverso, e
le fazioni sono utili per altre ragioni, ma non però che anche questa non si
possa applicare ad esse pure.}}
{{V. p. 1242.}}