1. Ott. 1823.
[3569,2]
Curtare (cortar spagn. accortare, scortare coll'o stretto, accorciare ec.
ital. accourcir ec. franc.) viene da curtus. Così decurtare ec.
Ma curtus che cos'è? forse un semplice aggettivo?
Signor no, ma egli è senza fallo originariamente un participio (come insinua
{anche} la sua forma materiale {#1. e il modo della sua significazione e del suo uso
assolutamente e generalmente considerato}) di un verbo di cui curtare è continuativo. E questo verbo perduto era un
curo o cero
{o ciro} o simile da {κουρεύω o da} κείρω tondeo,
scindo, abscindo. Curtare per tondere vedilo nell'ultimo esempio del Forcellini; il qual luogo non
sarebbe stato tentato dai critici, o forse guasto dagli amanuensi se avessero
saputo e considerato questa certissima etimologia {e
formazione} di curtare che, secondo le norme
della nostra teoria de' continuativi,
qui dichiariamo. La qual etimologia indica ancora il proprio significato di curtare
3570 ch'è appunto tondere,
creduto finora al più metaforico, {e il proprio significato
di curtus che è tonsus.} Questo verbo originario di curtare, e affatto conforme a un verbo greco della stessa
significazione è da riporsi insieme con quelli che abbiamo dimostrato pp. 2146-48 per mezzo di
gustare, potare e
s'altri tali n'abbiamo accennati, conformi ai greci πόω, γεύω {#2. γεύω propriamente è gustare
facio. Trovasi però in Erodoto p. gusto ch'è (o dicesi da'
Lessicografi) il proprio di γεύομαι. Così ἵζω e ἱζάνω co' composti loro, che
propriamente sono attivi, e valgono sedere facio
ec. s'usano a ogni tratto in senso neutro, p. sedere ec. che è il proprio de' loro passivi. E così, credo,
avviene in altri tali verbi. Onde guo in lat. potè
ben essere propriamente gusto neut.} che
altrettanto vagliono quanto essi verbi ignoti, e quanto i loro noti
continuativi, non altrimenti che κείρω vaglia il medesimo che curto. E il discorso e le ragioni addotte per li
suddetti verbi, si ripetano in proposito di questo. La forma di questo verbo
doveva essere, s'io non m'inganno, e s'è lecito il congetturare, curo is, cursi, curtum, ovvero cureo es ui
tum, ovvero anche curo as
curui
curtum, come neco as ui
ctum, seco as ui ctum, eneco
as ui ctum, reseco ec. i quali supini
sembrano contratti da necitum, secitum (non già necatum, secatum), fatti alla forma di domitum da domo as ui, cubitum di cubo as ui
{#1. Puoi vedere la p. 2814-5. e 3715-7.} ec. Onde il primitivo e intero
sarebbe curitum, curitus p.
curtus. (1. Ott. 1823.).