17. Ott. 1823.
[3715,1]
Alla p. 3700.
marg. Che la desinenza ui nel perfetto della
2,da, sia stata introdotta nel modo che abbiam detto
p. 3698, mostrasi ancora col considerarla in
alcuni verbi della 1.a. Della quale niuno dubita che il
perfetto regolare e proprio non sia quello in avi. Ma
pur parecchi suoi verbi l'hanno in ui: domui, secui, vetui, necui, {{crepui}} ec. co' loro composti
enecui, perdomui ec.
{#1. Puoi
vedere p. 2814-5. e 3570.} Or da
che è venuta quest'anomalia? Dalla stessa cagione che l'ha introdotta ne' verbi
della 2.da,
3716 nella quale ella,
per esser più comune assai che nella prima, e più comune che non è ciascuna
dell'altre desinenze, non si chiama anomalia, anzi regola; e piuttosto chiamasi
anomalia quella in evi perchè divenuta più rara, e una
di quell'altre meno comuni. Ma parlando esattamente e guardando all'origine,
quella in ui è anomalia o alterazione nella seconda
non meno che nella prima, e quella in evi è così
regolare nella 2. come nella prima quella in avi. E
più comune si è la desinenza in ui nella seconda che
nella prima, perchè l'ommissione della vocale, da cui essa deriva, era ed è più
facile e naturale circa la e che circa la a, lettera più vasta, per servirmi dell'espressione di
Cicerone in altro proposito (Orat. c. 45.
circa l'x.). Del resto, come parecchi della
seconda hanno il perfetto così in evi come in ui, qualunque de' due sia più comune, così tutti o
quasi tutti quelli della 1. che l'hanno in ui,
conservano pur quello in avi, o che questo sia in essi
il più usitato, o viceversa.
3717
{
Plico as (v.
Forc.) plicatus. Adplico, explico ec. avi
atum, ui
ĭtum. Frico as ui ctum,
fricatum. perfrico
ec. Sono as
avi
atum, ui, sonitus us. V. p. 3868. Mico as ui, micatus us. Emico as ui,
emicatio, emicatim.} E tutti altresì, se non erro, hanno il supino in ĭtum, come quelli della seconda ch'hanno il perfetto
in ui (mentre quelli che l'hanno in evi conservano altresì il vero supino in etum, credo, tutti); ovvero in ctum contratto da cĭtum (nectum, sectum ec.) come
appunto lo sogliono avere quelli della seconda che hanno il perfetto in ui, come docui-doctum contratto da docĭtum
{#1. V. p. 3723..} Ma {molti di} que'
della 1. che hanno il supino in ĭtum, conservano
altresì, come il vero perfetto in avi, così il vero
supino in atum (o il participio in atus o in aturus ec. ch'è
tutt'uno, e lo dimostra) {+più o meno
usitato di quello in ĭtum,} non altrimenti
che alcuni della seconda conservino forse accanto del supino in ĕtum il vero in ētum. Dico,
forse, perchè ora non me ne soccorre esempio. (17. Ott. 1823.).