22. Ott. 1823.
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3752
Alla p. 3685.
Ho detto il genitivo ec. Tutti i nomi o verbi o avverbi ec. latini che son fatti
immediatamente da qualche nome, son fatti dal genitivo o da' casi obliqui di
questo nome, non mai dal nominativo (nè dal vocativo s'egli è conforme al
nominativo {+nè dall'accusativo come da
manum onde sarebbe manalis non manualis, da tempus accusativo onde sarebbe tempalis non temporalis
ec. ec. Tempestas però par che venga da tempus accusativo o nominativo}). Ciò in
moltissimi casi (come in dominor da dominus i ec.) non si può conoscere nè distinguere, ma
in moltissimi sì. {Miles itis - milito, militia, militaris ec. nomen inis
- nomino ec. {#(1.) Nomenclator per nominclator ec. non è che l'alterazione di
pronunzia, e così mille casi simili. (come quello di cui nel marg. della p. seg. cioè
imaguncula).}
salus utis - saluto
ec.}
Imago inis - imagino
{ec.}
Virgo inis - virgineus ec.
Magister istri - magistratus ec. Sempre che si può distinguere, troverete che così è.
(v. la pag. 3006. marg.) Eccezione.
Propago inis - propagare
in vece di propaginare (che noi però abbiamo altresì,
e l'ha anche Tertull.
v. Forc. e il Gloss. ec.), se però propagare non è piuttosto fatto da propages is, o se propago
non viene anzi da propagare (il che mi è molto
verisimile, se l'etimologia è da pango, come il Forcell. in propago inis. Allora propago
as per propango is apparterrebbe a quella
categoria di verbi di cui p. 2813.
sqq. e nelle ivi richiamate ec.
3753 E in esse pagg. si
vedrebbero gli esempi e l'analogia e la ragione per cui pango in propago as o in propago inis abbia perduta la n, e perchè mutata coniugazione ec. che altrimente non son cose facili
a dirsi. E certo l'osservazione fatta qui dietro, persuade che propagare non debba venir da propago inis: bensì propaginare). E s'altre
tali eccezioni si trovano; ma saranno ben poche, s'io non m'inganno.
{Imaguncula,
{#2. incuncula, homuncio
homunculus, latrunculus.} è lo stesso che imagincula (v. la p.
3007. fra l'altre), e però fatto dagli obliqui d'imago, e non dal retto, come parrebbe a prima
vista. E così dicasi dell'altre simili voci.} Eccettuo ancora quei
derivati che piuttosto sono inflessioni {ec.} de'
rispettivi nomi, che {{altri}} nomi fatti da questi,
come {+
lapillus, (se questa e simili non sono
contrazioni, V. p. 3901.}
{#1. vetusculus
dal nominativo di vetus eris ec. Ma questo
diminutivo è di Sidonio. Gli
antichi vetulus. Nigellus potrebb'esser da nigeri non da
niger, come puellus
da pueri non da puer.
V. p. 3909.}; {nigellus} ch'è dal nominativo
di niger, e altri tali diminutivi ec. Se già gli
antichi non dissero magister isteri, niger eri ec. (22. Ott. 1823.). E così
tengo per fermo; ond'è magisterium, ministerium ec. per magistrium, piuttosto dall'obliquo magísteri, magístero ec. poi contratti, che da
magistrium, ministrium
per epentesi della e. Infatti gli antichi dissero magisterare, ma i più moderni magistrare, onde magistratus {us} ec., come ministrare
3754 ec. Insomma queste non mi paiono eccezioni, perchè
si riducono alla regola coll'osservare il modo dell'antichità e lo stato
primitivo delle voci, mutato poscia, e così si potranno risolvere mill'altre
tali eccezioni apparenti. In ogni modo il più delle volte {è
vero che} i derivati de' nomi vengono da' casi obliqui, come ho detto,
{#1. di qualunque declinazione sieno i
nomi originali, come si è mostro cogli esempi, e non solamente se essi nomi
son della quarta, chè allora si potrebbe negare quello che noi affermiamo
dei derivati di questi, cioè che vengano da' casi obbliq.} e fra
questi derivati da' casi obliqui sono certamente quelli fatti da' nomi della
quarta e notati da noi ec. Il che basta al caso nostro. (22. Ott.
1823.).
