23. Dec. 1823.
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Alla p. 3992.
marg. Questo medesimo vale per gli altri poeti di quelli o de' più
antichi o più moderni tempi, i più de' quali scrivevano o sempre o spessissimo
per mercede, e commissione. Non si può dunque troppo ragionevolmente argomentare
dello stato della lingua e letteratura greca di que' tempi in ordine ai
dialetti, dal dialetto che tali poeti, massime lirici, {+epigrammatici, elegiaci o trenici} seguono in tali
composizioni; ma bensì da quelle che si veggono essere state fatte per iscelta e
genio ec. dell'autore. Tali sembrano esser quelle di Simonide i cui frammenti sono affatto o quasi affatto
(quanto può il linguaggio greco poetico stringersi a un dialetto {+ec. ec.}) ionici. {#1. E per contrario quelli che son dorici
spettano evidentemente all'altro genere sopraddetto ec.}
(23. Dec. 1823.).