18. Dec. 1823.
[3991,2]
Alla p. 3965.
marg. È da notare che molto più antichi di Empedocle, Ippocrate ec. furono Saffo
ed altri, massime poeti, famosi, i quali scrissero ne' dialetti natii diversi
dall'ionico. Mostra dunque che non Omero, ma la preponderante civiltà, coltura (della quale ne dan chiaro
segno e le cose e lo stile e lingua delle odi di Anacreonte, molto, se non altro, più giovane di Saffo), commercio, {#(1.) ricchezza, lusso, mollezza ec.} e quindi
{#(2.) arti, mestieri, scienze, belle
arti, v. p. 3995.}
letteratura ec. degli Ioni rendesse comune il loro dialetto, e ciò molto dopo
Omero, ed essendo
3992 già sparsa la letteratura per la grecia, e varia di
dialetti, ed altri dialetti applicati propriamente e per se stessi (non
confusamente cogli altri, come in Omero)
alla letteratura, almeno alla poesia. Erodoto fu {circa} contemporaneo d'Ippocrate. (18. Dec. 1823.).
{Simonide contemporaneo all'incirca di Anacreonte, dice il Fabric. che
scrisse in dorico. Si veggano i suoi frammenti, e più vi si troverà
dell'ionico che del dorico; in particolare poi i suoi giambi ed alcuni altri
frammenti sono al tutto {o} ionici {+o comuni, cioè attici: parte l'uno,
parte l'altro.} Come però Simonide scrivea per mercede in lode di questo o di quello (v. il Fab.), è naturale che in tali casi
seguisse i dialetti di chi pagava. Quindi i suoi epigrammi, fatti pure per
mercede o per casi particolari e luoghi ec., erano forse e si trovano in
dorico, e così altri frammenti. V. p.
3997.}