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Bologna. 1826. 3. Settembre. Domenica.

[4193,1]  Ὅτι δὲ αὐτὸς (ὁ Λουκιανός) τῶν μηδὲν ἦν ὅλως δοξαζóντων, καὶ τῷ τῆς βίβλου ἐπίγραμμα δίδωσιν ὑπολαμβάνειν · ἔχει γὰρ ᾧδε. ec. Photius, Biblioth. cod. 128. - Dare a vedere, dare a conoscere, ad intendere ec. {{V. p. 4196. fin.}}
[4193,2]  Alla p. 4153. Questo passo di Agatarchide è un nuovo esempio di quello che la critica osserva o deve osservar nella storia, cioè che spessissimo la storia d'una nazione s'è appropriata i fatti, veri o finti, narrati dagli storici di un'altra. Tale è ancor quello di Suetonio, Octav. Caes. Augustus, cap. 94. Auctor est Julius Marathus, ante paucos quam (Augustus) nasceretur menses, prodigium Romae factum publice, quo denuntiabatur regem populo romano naturam parturire; senatum exterritum censuisse ne quis illo anno genitus educaretur; eos qui gravidas uxores haberent, quòd ad se quisque spem traheret, curasse ne senatusconsultum ad aerarium referretur (que le décret ne passât et ne fût mis dans les archives. La Harpe). Questa istorietta è visibilmente sorella di quella d'Erode e degl'innocenti, qualunque delle due sia l'ainée. Nè mancano esempi simili nelle più moderne storie, anzi abbondano più che mai. Tra mille, si può citare l'avventura del pomo attribuita dagli storici svizzeri a Guglielmo Tell, benchè già narrata da un Saxo Grammaticus, Danese, {morto del 1204,} che scrisse in latino {una} storia della sua nazione, più di un secolo prima della nascita di Tell, e attribuì la detta avventura ad un Danese, ponendola in Danimarca, con altri nomi di persone; e che probabilmente non fu neppur esso l'inventore di tal novella, nè la storia di Danimarca fu la prima ad attribuirsela.  4194 La sua storia danica è stampata. (Des dragons et des serpens monstrueux etc. trattatello di Eusebio Salverte, nella Rivista Enciclopedica di Parigi, tom. 30. Maggio e Giugno, 1826. degno di esser veduto al nostro proposito). (Bologna. 1826. 3. Settembre. Domenica.). {{V. p. 4209. p. 4264. fin.}}