25. Aprile 1821.
[980,2]
Basta che la voce Oco che significa
anch'essa occhio in russo,
*
(cioè oltre la voce Glass che significa lo stesso)
sia tanto simile all'oculus de' latini, onde dimostrare che
questa voce non è meno affine alla voce latina, che la parola occhio in italiano, non essendo oculus che il diminutivo della parola occus o occos
che significava {un}
occhio in greco antico, come lo attestano
Esichio ed Isidoro.
*
Luogo
citato qui sopra, p. 244.
principio.
{Occhio però
viene da oculus come da somniCULosus, sonnaCCHIoso, e
l'antico sonnoCCHIoso, da auricula, orecchia, da geniculum o genuculum, ginocchio (v. pag. 1181. marg.), da foeniculum, finocchio, da macula, macchia, da apicula
o apecula, pecchia,
da stipula, stoppia,
(bisogna notare che anche gli spagnuoli dicono ojo da oculus, come oreja, oveja da auricula, ovicula
ec.) da ungula, unghia ec.
v. p.
2375. (e la p. 2281. e
segg.).} Sì dunque la voce russa Oco derivata dal latino mediante la propagazione
981 della lingua latina nell'Illirico, avvenuta in bassi
tempi, (Hager, ivi, p. 244. verso il mezzo ec.
{+e Bibl. Italiana vol. 8. p. 208 rendendo conto
dell'opera dello stesso Hager:
Observations sur la ressemblance frappante que l'on
découvre entre la langue des Russes et celle des
Romains. Milan. 1817. chez Stella, en 4.o.
gr. dove l'autore dimostra questa propagazione})
essendo la lingua russa figlia dell'illirica (ivi); sì ancora la voce ojo spagnuola {(che si pronunzia
oco, aspirando il c
all'uso spagnuolo)} dimostrano che quell'antichissima voce occus, benchè sparita dalle scritture latine, si
conservò nel latino volgare. (25. Aprile 1821.)
