Invenzioni e scoperte delle scienze perfezionate, molto meno grandi, importanti e difficili, che le antiche.
Inventions and discoveries of the advanced sciences, much less great, important, and difficult than the ancient ones.
2605,1Se le invenzioni e la civiltà progrediranno come par verisimile, gli uomini di qua a 1000 anni non comprenderanno come noi potessimo vivere; al modo che noi non comprendiamo come potessero vivere i primitivi, senza il fuoco, la navigazione ec. ec.
If inventions and civilization continue to progress, as seems likely, people a thousand years from now will not understand how we could live, just like we do not understand how primitive people used to live, without fire or navigation, etc.
4198,1[2605,1]
2605 Di più osservo che quantunque la Chimica abbia
fatto oggidì tanti progressi, e sia così dichiarata e distinta ne' suoi
principii, in maniera da parere ch'ella potesse e dovesse far grandi scoperte,
non più attribuibili al caso, ma solo al ragionamento; niuna mai ne ha fatta
{che abbia di grandissima lunga} l'importanza e
l'influenza di quelle che ci son venute dagli antichi, fatte in tempi
d'ignoranza, e senza principii, o con pochissimi e indigesti e mal intesi
principii delle analoghe scienze. (la scoperta della polvere, del vetro ec.)
Tutto quel ch'ha fatto è stato di perfezionar le antiche, o di farne delle
analoghe (come quella della polvere fulminante) che non si sarebbero fatte se le
antiche non fossero state già conosciute. E quel che dico della Chimica dico
delle altre scienze. Voglio inferire che quelle principali scoperte che o
subito, o col perfezionamento, accrescimento, applicazione ch'hanno poi subíto,
decisero e decidono, cagionarono e cagionano in gran parte i progressi dello
spirito umano, originariamente non sono effetti della scienza
2606 nè del discorso, ma del puro caso, essendo state fatte ne' tempi
d'ignoranza, e non sapendosene far di gran lunga delle simili colla maggior
possibile scienza. E che per tanto tutta quella parte del sapere e della
civiltà, tutto quel preteso perfezionamento dell'uomo e della società che
dipende in qualunque modo dalle predette scoperte (la qual parte è grandissima
anzi massima), non è stato nè preordinato nè prevoluto dalla natura, perchè
quegli che non ha preordinato nè prevoluto le cause {e le
prime indispensabili origini} (le quali, come dico, sono state
assolutamente accidentali), non può avere ordinato nè voluto gli effetti.
(10. Agosto, dì di S. Lorenzo. 1822.).
[4198,1] Se una volta in processo di tempo l'invenzione p. e.
dei parafulmini (che ora bisogna convenire esser di molto poca utilità),
piglierà più consistenza ed estensione, diverrà di uso più sicuro, più
considerabile e più generale; se i palloni aereostatici, e l'aeronautica
acquisterà un grado di scienza, e l'uso ne diverrà comune, e la utilità (che ora
è nessuna) vi si aggiungerà ec.; se tanti altri trovati moderni, come quei della
navigazione a vapore, dei telegrafi ec. riceveranno applicazioni e
perfezionamenti tali da cangiare in gran parte la faccia della vita civile, come
non è inverisimile; e se in ultimo altri nuovi trovati concorreranno a questo
effetto; certamente gli uomini che verranno di qua a mille anni, appena
chiameranno civile la età presente, diranno che noi vivevamo in continui ed
estremi timori e difficoltà, stenteranno a comprendere come si potesse menare
{e sopportar} la vita essendo di continuo esposti
ai pericoli delle tempeste, dei fulmini ec., navigare con tanto rischio di
sommergersi, commerciare
4199 e comunicar coi lontani
essendo sconosciuta o imperfetta la navigazione aerea, l'uso dei telegrafi ec.,
considereranno con meraviglia la lentezza dei nostri presenti mezzi di
comunicazione, la loro incertezza ec. Eppur noi non sentiamo, non ci accorgiamo
di questa tanta impossibilità {o difficoltà} di vivere
che ci verrà attribuita; ci par di fare una vita assai comoda, di comunicare
insieme assai facilmente e speditamente, di abbondar di piaceri e di comodità,
in fine di essere in un secolo raffinatissimo e lussurioso. Or credete pure a me
che altrettanto pensavano quegli uomini che vivevano avanti l'uso del fuoco,
della navigazione ec. ec. quegli uomini che noi, {specialmente in questo secolo,} con magnifiche dicerie rettoriche
predichiamo come esposti a continui pericoli, continui ed immensi disagi, bestie
feroci, intemperie, fame, sete; come continuamente palpitanti e tremanti {dalla paura,} e tra perpetui patimenti ec. E credete a
me che la considerazione detta di sopra è una perfetta soluzione del ridicolo
problema che noi ci facciamo: come potevano mai vivere gli uomini in quello
stato; come si poteva mai vivere avanti la tale o la tal altra invenzione.
(Bologna. 10. Settembre. Domenica.
1826.).