Pazienza. Sua utilità ne' dolori, nelle noie ec.
Patience. Its usefulness in confronting pain, boredom, etc.
4239,5[4239,5] Per il Manuale di filosofia pratica. Pazienza
quanto giovi per mitigare e render più facile, più sopportabile, ed anco
veramente più leggero lo stesso dolor corporale; cosa sperimentata e osservata
da me in quell'assalto nervoso al petto, sofferto ai 29 di Maggio 1826. in
Bologna; dove il dolore si accresceva effettivamente
colla impazienza, e colla inquietezza. Consiste in una non resistenza, una
rassegnazione
4240 d'animo, una certa quiete dell'animo
nel patimento. E potrà essere disprezzata questa virtù quanto si voglia, e
chiamata vile: ella è pur necessaria all'uomo, nato e destinato inesorabilmente,
inevitabilmente, irrevocabilmente a patire, e patire assai, e con pochi
intervalli. Ed ella nasce, e si acquista eziandio non volendo, naturalmente,
coll'abitudine del sopportare un travaglio o una noia. La pazienza e la quiete,
è in gran parte quella cosa che a lungo andare rende così tollerabile, p. e. a
un carcerato, il tedio orrendo della solitudine e del non far nulla; tedio da
principio asprissimo a tollerare, per la resistenza che l'uomo fa a quella noia,
e l'impazienza e smania ed avidità ed ansietà di esserne fuori, la quale
passata, e dolore e noia si rendono assai più facili e più leggeri. E in ciò
consiste la pazienza, che è una qualità negativa più che altrimenti. (30.
Dic. 1826. Recanati.). {{v. p.
4267.}}
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