Quantità determinata, non si può concepire senza l'aiuto della lingua.
Determinate quantity, cannot be conceived without the help of language.
360,3 2588,3 2658,2 4024,2Divisione decupla di essa quantità determinata, utilissima al pensiero.
Tenfold division of this determinate quantity, very helpful to thought.
1394,1Cifre numeriche.
Numeric figures.
See Names of numbers. Vedi Nomi dei numeri. 1398,2[360,3] L'uomo senza la cognizione di una favella, non può
concepire l'idea di un numero determinato. Immaginatevi di contare trenta o
quaranta pietre, senz'avere una denominazione da dare a ciascheduna, vale a
dire, una, due, tre,
361 fino all'ultima denominazione,
cioè trenta o quaranta, la quale contiene la somma di tutte le pietre, e desta
un'idea che può essere abbracciata {tutta} in uno
stesso tempo dall'intelletto e dalla memoria, essendo complessiva ma definita ed
intera. Voi nel detto caso, non mi saprete dire, nè concepirete in nessun modo
fra voi stesso la quantità precisa delle dette pietre; perchè quando siete
arrivato all'ultima, per sapere e concepire detta quantità, bisogna che
l'intelletto concepisca, e la memoria abbia presenti in uno stesso momento tutti
gl'individui di essa quantità, la qual cosa è impossibile all'uomo. Neanche
giova l'aiuto dell'occhio, perchè volendo sapere il numero di {alcuni} oggetti presenti, e non sapendo contarli, è
necessaria la stessa operazione simultanea e individuale della memoria. E così
se tu non sapessi fuorchè una sola denominazione numerica, e contando non
potessi dir altro che uno, uno, uno; per quanta attenzione vi ponessi, affine di
raccogliere progressivamente coll'animo e la memoria, la somma precisa di queste
unità, fino all'ultimo; tu saresti sempre nello stesso caso. {+Così se non sapessi altro che due
denominazioni ec.} Eccetto una piccolissima quantità, come cinque o
sei, che la memoria e l'intelletto può concepire {senza
favella,} perchè arriva ad aver presenti simultaneamente tutti i pochi
individui di essa quantità. Nello stesso modo e per la stessa ragione
362 i numeri che rappresentano una quantità troppo
grande, come centomila, un milione e simili, {e più, un
bilione} non ci destano se non un'idea confusa, {+quantunque noi sappiamo benissimo il loro significato, e l'estensione o
quantità precisa e misurata, che comprendono: ma in questo caso non
basta sapere {interamente} il significato della
parola, per concepire l'idea significata (cosa che forse non accade in
altro caso, se non in parole indefinite, o che esprimono idee
indefinite): e ciò} perchè l'operazione della mente non si
può estendere in un medesimo tempo sopra {tutte} le
parti di questa quantità, ed abbracciarle e concepirle chiaramente tutte in una
volta, malgrado il soccorso della favella, il quale non basta quando le parti
son troppe. Per parti intendo p. es. le diecine, {o anche le
centinaia} la somma delle quali, quando può esser concepita
chiaramente ci desta un'idea abbastanza chiara della {data} quantità, a cagione dell'abitudine contratta coll'esercizio del
discorso, la quale abitudine ci fa concepir facilmente e prontamente
gl'individui compresi in ciascuna diecina. In genere l'idea {precisa} del numero, o coll'aiuto della favella o senza, non è mai
istantanea, ma composta di successione, più o meno lunga, più o meno difficile,
secondo la misura della quantità. (28. Nov. 1820.). {{V. p. 1072. fine.}}
[2588,3] Da quello che altrove ho detto pp. 1072-75
pp. 1101-102
pp. 1394-99 de' numeri
ec. si deduce che gli animali, non avendo lingua, non sono capaci di concepir
quantità determinata ec. se non menoma, e ciò non per difetto di ragione, e
insufficienza e scarsezza d'intendimento, ma per la detta necessarissima causa.
(30. Luglio 1822.). {{Onde l'idea della quantità determinata (benchè cosa materialissima) è
2589 esclusivamente propria
dell'uomo.}}
[2658,2]
Eademque
*
(mens aut ratio aut sapientia, ut supplet
Maius in notis et in addendis,
nam superiora in cod. desiderantur) cum accepisset homines inconditis vocibus incohatum
quiddam et confusum sonantis
*
(sonantes), incidit
*
(incídit) has et distinxit in partes;
et ut signa quaedam, sic verba rebus
inpressit, hominesque antea dissociatos
iucundissimo inter se sermonis vinclo conligavit. A simili etiam
mente, vocis qui videbantur infiniti soni, paucis notis inventis,
sunt omnes signati et expressi, quibus et conloquia cum absentibus
et indicia voluntatum, et monumenta rerum praeteritarum
tenerentur.
Accessit eo numerus,
*
(post
interventas scil. voces et litteras) res cum ad vitam necessaria,
tum
2659 una inmutabilis
et aeterna: quae prima inpulit etiam ut suspiceremus in caelum, nec
frustra siderum motus intueremur, di numerationibusque noctium ac
dierum
*
...(desunt reliqua). Cic.
De re publica, l. 3. c. 2.
Rom. 1822. p. 218-9.
(22. Dic. 1822).
[4024,2]
I
nostri viaggiatori hanno raccolto un dizionario delle loro
parole
*
(degli esquimesi popolo verso la
Groenlandia, il meno stupido di tutti i selvaggi del Nord), che
son più di 500. Quanto ai numeri le loro cognizioni sono molto
limitate.
*
Notizia del secondo viaggio (1821-3.) e
ritorno del Cap. Parry, estratta
dalla gazzetta letteraria di Londra del 25. Ott. e
dell'1. Nov. 1823. nell'Antologia di
Firenze. num. 36. p. 120.
(29. Gen. 1824.).
[1394,1]
Alla p. 1102.
È stata anche utilissima e necessarissima invenzione e pensamento quello di
dividere le quantità non per unità, ma per parti di quantità contenenti un
numero di quantità determinato, e perpetuamente conforme; vale a dire per
diecine, ossia quantità contenenti sempre dieci unità; per centinaia contenenti
sempre dieci diecine; per migliaia ec. Senza questo ritrovato ottimo ed
ammirabile, noi {{quanto ai numeri}} saremmo ancora
appresso a poco, nel caso degli
1395 uomini privi di
favella. Cioè non potremmo concepir chiaramente l'idea di veruna quantità
numerica determinata (e quindi di nessun'altra non numerica, perchè se è
determinata, ha sempre relazione ai numeri), se non piccolissima.
[1398,2] Osservo che uno de' principali vantaggi, anzi forse
il solo, ma grande vantaggio del sistema di cifre numeriche dette arabiche,
sopra quello delle cifre greche, ebraiche ec. {ancor esso
molto semplice e bello e bene immaginato, si} è questo. Nelle cifre
10, 200, 3000 ec. le figure 1, 2, 3 esprimono ed indicano immediatamente la
quantità delle diecine
1399 o centinaia o migliaia
espresse da dette cifre, e contenute nella quantità che significano. Ma non così
le lettere greche ι΄, cioè 10, e σ΄, cioè 200, ovvero le ebraiche וֹ e
רּ, che significano le stesse cose. Bensì le cifre greche, α‚ β‚ γ, e le
ebraiche ﭏ, ﭏבּ ‚ ﭏגּ‚ cioè 1000, 2000, 3000, significano e danno subito e per se stesse a vedere {o l'unità o} la quantità delle migliaia. Il greco però
in questo punto è più semplice dell'ebreo.
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