30. Giugno. 1823.
[2862,1]
2862 L'amicizia, non che la piena ed intima confidenza
tra' fratelli, rade volte si conserva all'entrar che questi fanno nel mondo,
ancorchè siano stati allevati insieme, ed abbiano esercitato l'estremo grado di
questa confidenza sino a quel momento; e di più seguano ancora a convivere. E
pure se l'uomo è capace di piena ed intima confidenza, e s'egli dovrebbe
conservarla perpetuamente verso qualcuno, questo dovrebb'essere verso i fratelli
coetanei, ed allevati con lui nella
fanciullezza: e dico dovrebb'essere, non per forza naturale {della}
{congiunzione di sangue,} la qual forza è nulla e
immaginaria, e niente ha che fare nel produr quella confidenza o nel
conservarla, ma per forza naturale dell'abitudine e dell'abitudine contratta
{nel} primo principio delle idee e delle abitudini
dell'individuo, e nella prima capacità di contrarle, {e
conservata} tutto quel tempo che dura la maggiore intensità e
disposizione {ed ampiezza,} e il maggior esercizio di
questa capacità. Nondimeno questa confidenza così fortemente stabilita e
radicata si perde per la varietà che s'introduce nel carattere de' fratelli
mediante il commercio cogli altri individui della società. Ma se questo
2863 commercio non avesse avuto luogo, quella
confidenza sarebbe stata perpetua, com'ella non è mai cessata fino a quell'ora.
Che vuol dir ciò, se non che nei caratteri degli uomini, novantanove parti son
opera delle circostanze? e che per diversissimi ch'essi appariscano, come spesso
accade anche tra fratelli, in questa diversità non è opera della natura, se non
una parte così menoma che saria stata impercettibile? È quasi impossibile il
caso che tutte le minute circostanze e avvenimenti che incontrano all'un de'
fratelli nell'uso della società, incontrino all'altro, o sieno uguali a quelle
che incontrano all'altro, ancorchè postogli da vicino. Questa diversità
diversifica due caratteri {che parevano affatto, ed erano
quasi affatto, compagni,} e com'ella è inevitabile, così la
diversificazione di {questi} caratteri nella società
non può mancare. E ho detto le minute circostanze, contentandomi di queste,
perchè {anche} la somma di cose minutissime basta a
produrre grandissimi e visibilissimi effetti sull'indole degli uomini, massime
allora ch'eglino sono principianti nel mondo, e che {in
essi} la capacità delle abitudini e delle opinioni, ossia la
formabilità dell'indole, è ancor
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{molta e} grande e in buon essere. (30. Giugno.
1823.).