9. Marzo. 1827. 2.o Venerdì di Marzo.
[4251,1] + [p. 4250,3]
(il che egli ha fatto effettivamente e conseguito quasi da per tutto ed
interamente)
[4251,2]
Grispignolo. {Lappa - lappula. lat., lappola. ital.}
[4251,3] Parrebbe che secondo ogni ragione, secondo
l'andamento naturale dell'intelletto e del discorso, noi avessimo dovuto dire e
tenere per indubitato, la materia può
pensare, la materia pensa e
sente. Se io non conoscessi alcun corpo elastico, forse io direi: la
materia non può, in dispetto della sua gravità, muoversi in tale o tal
4252 direzione ec. Così se io non conoscessi la
elettricità, la proprietà dell'aria di essere instrumento del suono; io direi la
materia non è capace di tali e tali azioni e fenomeni, l'aria non può fare i
tali effetti. Ma perchè io conosco dei corpi elastici, elettrici ec. io dico, e
nessuno me lo contrasta; la materia può far questo e questo, è capace di tali e
tali fenomeni. Io veggo dei corpi che pensano e che sentono. Dico dei corpi;
cioè uomini ed animali; che io non veggo, non sento, non so nè posso sapere che
sieno altro che corpi. Dunque dirò: la materia può pensare e sentire; pensa e
sente. - Signor no; anzi voi direte: la materia non può, in nessun modo mai,
nè pensare nè sentire. - Oh perchè? - Perchè noi non intendiamo come
lo faccia. - Bellissima: intendiamo noi come attiri i corpi, come faccia
quei mirabili effetti dell'elettricità, come l'aria faccia il suono? anzi
intendiamo forse punto che cosa sia la forza di attrazione, di gravità, di
elasticità; che cosa sia elettricità; che cosa sia forza {della materia}? E se non l'intendiamo, nè potremo intenderlo mai,
neghiamo noi per questo che la materia non sia capace di queste cose, quando noi
vediamo che lo è? - Provatemi che la materia possa pensare e sentire. -
Che ho io da provarlo? Il fatto lo prova. Noi veggiamo dei corpi che pensano e
sentono; e voi, che siete un corpo, pensate e sentite. Non ho bisogno di altre
prove. - Quei corpi non sono essi che pensano. - E che cos'è? - È
un'altra sostanza ch'è in loro. - Chi ve lo dice? - Nessuno: ma è
necessario supporla, perchè la materia non può pensare. - Provatemi voi
prima questo, che la materia non può pensare. - Oh la cosa è evidente, non ha
bisogno di prove, è un assioma, si dimostra di se: la cosa si suppone, e si
piglia per conceduta senza più.
[4252,1] In fatti noi non possiamo giustificare altrimenti le
nostre tante chimeriche opinioni, sistemi, ragionamenti, fabbriche in aria,
sopra lo spirito e l'anima, se non riducendoci a questo: che la impossibilità di
pensare e sentire nella materia, sia un assioma, un principio innato di ragione,
che non ha bisogno di prove.
4253
{Noi} siamo effettivamente partiti dalla supposizione
assoluta e gratuita di questa impossibilità per provare l'esistenza dello
spirito. Sarebbe infinito il rilevare tutte le assurdità e i sragionamenti {+V.
qui sotto.} che si sono {dovuti
fare} per ragionare sopra questa supposta sostanza, e per arrivare
alla conclusione della sua esistenza. Qui davvero che il povero intelletto umano
si è portato da fanciullo quanto mai in alcuna cosa. E pur la verità gli era
innanzi agli occhi. Il fatto gli diceva: la materia pensa e sente; perchè tu
vedi al mondo cose che pensano e sentono, e tu non conosci cose che non sieno
materia; non conosci al mondo, anzi per qualunque sforzo non puoi concepire,
altro che materia. Ma non conoscendo il come la materia pensasse e sentisse, ha
negato alla materia questo potere, e ha spiegato poi chiarissimamente e compreso
benissimo il fenomeno, attribuendolo allo spirito: il che è una parola, senza
idea possibile; o vogliam dire un'idea meramente negativa e privativa, e però
non idea; come non è idea il niente, {o} un corpo che
non sia largo nè profondo nè lungo {#(1)
V. p. 4256. fin.} e
simili immaginazioni della lingua piuttosto che del pensiero.
[4253,1] Che se noi abbiamo conchiuso non poter la materia
pensare e sentire, perchè le altre cose materiali, fuori dell'uomo e delle
bestie, non pensano nè sentono (o almeno così crediamo noi); per simil ragione
avremmo dovuto dire che gli effetti della elasticità non possono esser della
materia, perchè solo i corpi elastici sono atti a farli, e gli altri no; e così
discorretela. (9. Marzo. 1827. 2.o Venerdì di Marzo.).