8. Agos. 1821.
[1469,1] Il formare il nostro Dio degli attributi che a noi
paiono buoni, benchè non lo sieno che relativamente, è un'opinione meno assurda,
ma della stessa natura, andamento origine, di quella che attribuiva agli Dei
figura e qualità e natura quasi del tutto umana; di quella che, come dice Senofane presso Clem. Alessandr., se il cavallo o il bue sapesse
dipingere, gli farebbe dipingere e immaginare i suoi Dei in forma e natura di
cavalli o di buoi. {+
V. il mio Discorso sui
romantici dove si cita questo passo con altre
osservazioni.} Anzi la nostra opinione è un raffinamento, un
perfezionamento, di questa quanto assurda, tanto naturale (v. il cit.
Discorso) opinione
1470 antica;
raffinamento prodotto da quello spirito metafisico che produsse il
Cristianesimo, o da quello che presso gli antichi Orientali (la cui storia
rimonta tanto più indietro delle nostre) produsse il sistema di un solo Dio,
seguito dagli Ebrei, e da questi comunicato ai Gentili d'{epoca e civiltà} più moderna, quando il secolo fu adattato a fare che
tal dottrina fosse ricevuta, e divenisse universalmente popolare. Ho detto che
questa è meno assurda, ma intendo, quanto al nostro modo di ragionare, e
all'ordinario sistema delle nostre concezioni, perchè assolutamente parlando,
ella è altrettanto assurda, {o piuttosto} falsa,
giacchè l'assurdo si misura dalla dissonanza col nostro modo di ragionare. (8. Agosto 1821.). Del resto la nostra
opinione intorno a un Dio composto degli attributi che l'uomo giudica buoni, è
una vera continuazione dell'antico sistema che lo componeva degli attributi
umani. ec. {+L'antica e la moderna
Divinità è parimente formata sulle idee puramente umane, benchè diverse
secondo i tempi. Il suo modello è sempre l'uomo. ec.}
(8. Agos. 1821.).