23. Luglio 1820.
[183,3] La speranza non abbandona mai l'uomo in quanto alla
natura. Bensì in quanto alla ragione. Perciò parlano stoltamente quelli che
dicono (gli autori
della Morale
universelle t. 3.) che il suicidio non possa seguire
senza una specie di pazzia, essendo impossibile senza questa il rinunziare alla
speranza ec. Anzi tolti i sentimenti religiosi, è una felice {e naturale,} ma vera e continua pazzia, il seguitar sempre a sperare,
e a vivere, ed è contrarissimo alla ragione, la quale ci mostra troppo chiaro
che non v'è speranza nessuna per noi. (23. Luglio 1820.).