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25. Luglio 1820.

[185,1]  Qualunque cosa ci richiama l'idea dell'infinito è piacevole per questo, quando anche non per altro. Così un filare o un viale d'alberi di cui non arriviamo a scoprire il fine. Questo effetto è come quello della grandezza, ma tanto maggiore quanto questa è determinata, e quella si può considerare come una grandezza incircoscritta. Ci piacerà anche più quel viale quanto sarà più spazioso, più se sarà scoperto, arieggiato e illuminato, che se sarà chiuso al di sopra, o poco arieggiato, ed oscuro, almeno quando l'idea di una grandezza infinita che ci deve presentare deriva da quella {grandezza} che cade sotto i sensi, e non è opera {totalmente} dell'immaginazione, la quale come ho detto, p. 171 si compiace alcune volte del circoscritto, e di non vedere più che tanto per potere immaginare ec. (25. Luglio 1820.).