28. Agos. 1821.
[1576,1] Quanto sia vero che la bellezza delle fisonomie
dipende dalla loro significazione, osservate. L'occhio è la parte più espressiva
del volto e della persona; l'animo si dipinge sempre nell'occhio; una persona
d'animo grande ec.
1577 ec. non può mai avere occhi
insignificanti; quando anche gli occhi non esprimessero nulla, o fossero poco
vivi in qualche persona, se l'animo di costei si coltiva, acquista una certa
vita, {divien furbo e attivo,} ec. ec. l'occhio
parimente acquista significazione, e viceversa accade nelle persone d'occhio
naturalmente espressivo, ma d'animo torpido ec. per difetto di coltura ec. ec.;
nei diversi momenti della vita, secondo le passioni ec. che ci commuovono,
l'occhio assume diverse forme, si fa più o men bello ec. ec. Ora l'occhio ch'è
la parte più significativa della forma umana, è anche la parte principale della
bellezza. (Questo si può dimostrare con molte considerazioni.) Un paio d'occhi
vivi ed esprimenti penetrano fino all'anima, e destano un sentimento che non si
può esprimere. Questo si chiama effetto della bellezza, e questa si crede dunque
assoluta; ma non v'ha niente che fare; egli è effetto della significazione, cosa
indipendente dalla sfera del bello, e la bellezza principale dell'occhio, non
appartenendo alla convenienza, non entra in quello che il filosofo considera
come bello.
[1578,1]
1578 Dipingete un viso senz'occhi, voi non sapete
ancora s'egli è bello o brutto, e non vi formate un'idea sufficiente di quella
fisonomia (fosse anche un ritratto somigliantissimo). Aggiungeteveli, e quella
fisonomia vi par tutt'altra da quella di prima ec. ec. Quest'osservazione si può
molto amplificare e distinguere in molte parti.
[1578,2] Un viso irregolare con un bell'occhio par bello, con
occhio insignificante, si troverà regolare ma non bello. Dunque quello che noi
chiamiamo bello nell'umana fisonomia, ch'è singolarmente proprio della bellezza
di essa, quell'effetto particolare ch'essa produce, e che non è prodotto da
verun'altra regolarità, quell'effetto che si potrebbe considerare come assoluto,
non appartiene al bello (oltre che anch'esso varia secondo gl'individui ec.), ma
alla significazione, e deriva da una cagione simile a quella per cui si
giudicano universalmente belle le donne βαθύκολποι. pp. 1256-57
p.
1316
[1578,3] Parecchie fisonomie di animali somigliano all'umana.
Osservate e vedrete che questa somiglianza siede principalmente nell'occhio. E
generalmente parlando l'occhio di ciascun animale
1579
determina la sua fisonomia, e l'impressione ch'ella ci fa. Un animale
senz'occhi, o i cui occhi non si vedano, o sien fatti diversamente dai nostri
(come quelli delle lumache), tali animali non hanno fisonomia per noi; talora
neppur ci paiono appartenenti al nostro genere, cioè al regno animale. {+E lo ci parrebbero se avessero occhi
simili ai nostri, quando anche tutto il resto della loro forma differisse
affatto dalle forme generalmente comuni agli animali. L'occhio insomma
sembra essere il costituente di ciò che si chiama fisonomia, e quasi anche
(almeno nella nostra idea) di tutto l'aspetto dell'animale.}
[1579,1] L'altezza della fronte è indizio di talento, d'anima
nobile, suscettibile, capace ec. V. Lavater. E l'altezza della
fronte è bellezza e piace; e viceversa la bassezza.
[1579,2] Il volto è la parte più significativa dell'uomo. E
il volto è la parte principale della bellezza umana, come ho sviluppato altrove
pp. 1379-81
p.
1529
p.
1256
(28. Agos. 1821.).