4. Nov. 1821.
[2047,1] La memoria è la generale conservatrice delle
abitudini. O piuttosto (giacchè vediamo che, perduto quello che si chiama
memoria, pur si conservano le abitudini) siccome la memoria,
2048 in quanto facoltà, è una pura abitudine, così ciascun'altra
abitudine è una memoria. Di memoria son provveduti tutti i sensi, tutti gli
organi, tutte le parti fisiche o morali dell'uomo, che son capaci di avvezzarsi,
e di abilitarsi, e di acquistare
qualunque facoltà. La memoria è da principio una disposizione, poi una facoltà
di assuefarsi che ha l'intelletto umano; l'assuefabilità, e le assuefazioni
delle altre parti dell'uomo, sono disposizioni e facoltà di ricordarsi, di
ritenere, che hanno esse parti. La memoria è un'[un] abito, gli abiti altrettante memorie, attribuite dalla natura a
ciascuna parte assuefabile del vivente, in quanto disposizioni, ed acquistate in
quanto facoltà ed assuefazioni. Questo pensiero si può molto stendere, e cavarne
delle belle conseguenze, intorno alla natura della memoria, ed alla sua analogia
colle altre
2049 disposizioni e facoltà dell'uomo.
Siccome la memoria per diverse circostanze s'indebolisce o come disposizione, o
come facoltà, o nell'uno e nell'altro modo, così pure per diverse circostanze
fisiche, morali ec. accade all'assuefabilità ed alle assuefazioni delle altre
parti ed organi degli animali. {+E come
coll'esercizio l'altre assuefazioni ed assuefabilità, o si acquistano, o si
accrescono ec. così la memoria ch'è assuefabilità, e le reminiscenze che
sono assuefazioni ec.}
(4. Nov. 1821.).