16. Agosto 1820.
[211,3] A proposito di quello che ho detto p. 152. pens. ult. notate che
l'immaginazione dei fanciulli ha ordinariamente tutte due queste qualità, ma
l'una, cioè la fecondità, in maggior grado. E perciò come sono facili a fissarsi
in un'idea, così anche a distrarsi, nel mezzo di un discorso, dello studio, di
qualsivoglia occupazione onde si suol dire che i fanciulli non sono buoni allo
studio {non solo pel poco intelletto, ma} perchè son
pieni di distrazioni.
212 Giacchè la loro fantasia ha
gran facilità di staccarsi subito da un oggetto per attaccarsi a un altro.
Eccetto alcuni fanciulli d'immaginazione destinata a grandi cose, e a fargli
infelici quando saranno maturi, la profondità della quale li fissa fortemente in
questa o in quella idea, ordinariamente paurosa o dolorosa, e li tormenta nella
stessa fanciullezza, com'è accaduto a me. Ed è notabile come questa profondità
della immaginazione li renda gelosissimi del metodo e del consueto, fuor del
quale non trovano pace, spaventandosi dello straordinario, e contando per
disgrazia insopportabile l'aver tralasciato di fare una cosa loro solita ec. Es.
di Pietrino, e
mio. Del resto l'effetto della immaginazione dei fanciulli qual sia, v. p. 172. fine.
[212,1] Domandava una donna {+(un cortigiano)} a un viaggiatore, {avendogli a dire una cosa poco piacevole;}
volete ch'io vi parli sinceramente? Rispose il viaggiatore, anzi ve ne
prego. Noi altri viaggiatori cerchiamo le rarità.
(16. Agosto 1820.).