23. Giugno. 1823.
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Alla p. 2775.
Il verbo δείδω che oggi si pone come tema, non è certamente altro che
reduplicazione di un tema più semplice, il che è dimostrato si[sì] dalla voce δέος, sì dal verbo δίω presso Omero, sì dalla voce δεῖσϑαι usata più volte da Plutarco per temere.
{κάρχαρος, χαρχαρέοι, καρχαρίας da χαράσσο per reduplicazione.
ὀπιπτεύω da ὀπτεύω. βέβαιος da βαίνω o da βέβαα. V. p. 4109.}
{+Anche in latino titillo è fatto per duplicazione da τίλλω. E altre tali
duplicazioni alla greca si trovano pure in latino (come quelle de' perfetti
memini, cecidi ec.), sieno veramente latine di
origine, o greche, o comuni anticamente ad ambe le lingue, ec. ec.}
(23. Giugno. 1823.).
